Sito sessista: emerge l’ipotesi di estorsione mentre si attende l’informativa della Polizia Postale

Rosita Ponti

Settembre 1, 2025

Il gestore del sito Phica.eu, recentemente chiuso a causa di numerose denunce da parte di donne italiane, sarà convocato dai magistrati per chiarire la situazione. Le segnalazioni riguardano la pubblicazione non autorizzata di fotografie delle vittime, accompagnate da commenti di natura sessista e insulti. Sebbene i server della piattaforma siano ubicati all’estero, la nazionalità italiana del gestore facilita l’azione legale da parte della magistratura di Roma, che prevede di avviare le indagini nella settimana corrente. Gli uffici della Procura stanno anche aspettando un rapporto dalla Polizia postale, che non solo sta cercando di identificare il gestore del sito, ma anche gli autori dei commenti offensivi. Emergono inoltre segnalazioni di richieste di denaro per la rimozione di foto o account dal sito, portando a considerare il reato di estorsione.

Il presunto tariffario di estorsione

Una delle donne coinvolte ha riferito al quotidiano Repubblica di aver ricevuto una richiesta di pagamento di “mille euro al mese” per poter rimuovere contenuti sensibili, tra cui le proprie fotografie private. Inoltre, è emerso che alcuni utenti del portale, attivo da venti anni, sono stati invitati a pagare un contributo per essere cancellati dal registro degli iscritti. Questi eventi potrebbero spingere i magistrati a considerare ulteriori accuse, come l’estorsione, oltre a reati già contemplati come il revenge porn, la diffamazione aggravata, la violazione della privacy e la distribuzione di immagini a contenuto sessuale.

I lavori della Commissione parlamentare sul femminicidio

La Commissione parlamentare sul femminicidio prevede di concludere entro la fine del 2025 un’inchiesta sui siti sessisti. Il 9 settembre la Commissione si riunirà per stabilire le date delle audizioni, coinvolgendo la Polizia postale, i gestori dei siti e le donne vittime. La presidente della Commissione, Martina Semenzato, ha sottolineato l’importanza di “valutare come avviene attualmente il monitoraggio dei siti e se ci sono provvedimenti già in atto che possano risultare utili”.

Semenzato ha aggiunto che è fondamentale comprendere come avvenga il monitoraggio da parte della Polizia postale, evidenziando l’uso improprio delle tecnologie e la necessità di riflessioni sulle lacune nella policy di controllo sui social media, dove si notano chiari riferimenti a pornografia e prostituzione. È essenziale, ha proseguito, ascoltare i ministri competenti, come Roccella (Famiglia, natalità e pari opportunità) e Piantedosi (Interno), oltre a professionisti coinvolti in ricerche pertinenti, come avvocati e magistrati.

In parallelo, Semenzato ha affermato che la Commissione deve analizzare le numerose proposte di legge, considerate tutte virtuose, presentate da maggioranza e opposizione, per trovare un punto di sintesi. È anche necessario aggiornare le norme relative ai reati, poiché, sebbene esistano leggi come quella sul revenge porn, che prevede pene fino a sei anni, non si punisce adeguatamente la manipolazione delle immagini. La Commissione intende ascoltare anche coloro che hanno minimizzato quanto accaduto con questi siti come una “goliardata“, così come le vittime, sia in audizioni pubbliche che riservate, se necessario.

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