La Commissione Europea ha recentemente dato il via libera a una nuova strategia terapeutica per affrontare il tumore al polmone. Si tratta della molecola tislelizumab, che verrà utilizzata in combinazione con chemioterapia a base di platino come trattamento neoadiuvante. Questo approccio sarà seguito da una fase di mantenimento con tislelizumab in monoterapia. Tale trattamento è destinato a pazienti adulti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule resecabile e ad alto rischio di recidiva. L’approvazione si fonda sui risultati dello studio di fase 3 Rationale-315, che ha evidenziato un beneficio significativo in termini di sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia standard associata a placebo.
Il contesto epidemiologico in Italia
Nel 2024, in Italia, si sono registrate circa 45mila nuove diagnosi di tumore al polmone, come riportato da Francesco Grossi, professore di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese. I pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule resecabile si trovano a fronteggiare tassi di recidiva preoccupanti. Grossi sottolinea l’importanza dei risultati dello studio Rationale-315, che dimostrano come l’adozione di tislelizumab nella fase neoadiuvante, seguita dalla terapia post-operatoria, possa migliorare significativamente gli esiti clinici. L’approvazione della Commissione Europea rappresenta un passo cruciale verso l’introduzione di una nuova opzione terapeutica nel contesto perioperatorio, con la speranza che l’Agenzia Italiana del Farmaco possa garantire il rimborso del trattamento in tempi brevi.
I risultati dello studio Rationale-315
Lo studio ha messo in evidenza non solo un miglioramento nella sopravvivenza globale, ma anche risultati promettenti in termini di sopravvivenza libera da eventi. Questi effetti positivi sono stati osservati in diversi sottogruppi di pazienti, a prescindere dall’espressione di PD-L1, dallo stadio della malattia e dall’istologia. I dati raccolti indicano un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da eventi e nella risposta patologica completa (pCR) rispetto alla chemioterapia con placebo. Per quanto riguarda la sicurezza del trattamento, il profilo osservato si è rivelato coerente con i dati già disponibili e non sono emersi nuovi segnali di allerta. Gli eventi avversi legati al trattamento sono stati monitorati senza evidenziare problematiche significative.
L’introduzione di tislelizumab rappresenta quindi una speranza concreta per i pazienti affetti da tumore al polmone, aprendo la strada a trattamenti più efficaci e mirati, in un contesto clinico che richiede costantemente innovazioni per migliorare la qualità della vita e le aspettative di sopravvivenza.