Il Monte dei Paschi di Siena ha deciso di modificare la propria strategia riguardo all’operazione di acquisizione su Mediobanca, trasformando l’offerta pubblica di scambio (Ops) in un’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas). Questa manovra, annunciata il 15 agosto 2025, include l’introduzione di una componente in contante pari a 0,9 euro per azione, aumentando così l’esborso totale a circa 750 milioni di euro. A seguito di questo rilancio, il titolo dell’istituto senese ha registrato una flessione in Borsa, segnando un calo del 1,6%, un andamento che ha influito anche su Mediobanca.
Il rilancio del corrispettivo in denaro
Il nuovo approccio dell’istituto senese mira a superare lo sconto di circa 640 milioni che gravava sull’offerta iniziale, rendendola più allettante per gli investitori. La combinazione di azioni e denaro offre una valutazione complessiva che supera il valore attuale delle azioni Mediobanca. In particolare, l’offerta assegna alle azioni della banca un valore di 16,334 euro, che include un premio dell’11,4% rispetto al prezzo di riferimento di 14,667 euro registrato il 23 gennaio 2025, al netto del dividendo anticipato.
Il Consiglio di Amministrazione di Mps ha dichiarato di essere “fermamente convinto che l’incremento del corrispettivo rappresenti un’ulteriore e concreta testimonianza del valore industriale dell’operazione e dell’attenzione dell’offerente nei confronti del mercato, con l’obiettivo di massimizzare le adesioni all’offerta ed accelerare la creazione di valore”.
Mps rinuncia alla soglia del 66,67%
L’offerta, che si concluderà l’8 settembre 2025, prevede una finestra di riapertura tra il 16 e il 22 settembre per eventuali adesioni tardive. Per rendere l’operazione più competitiva, Monte dei Paschi ha deciso di rinunciare alla soglia di adesione del 66,67% precedentemente stabilita per la validità dell’offerta. Tuttavia, il 35% è considerato il minimo necessario per avviare l’operazione.
Fronte favorevoli e contrari
Nel corso del tempo, il fronte contrario all’Ops ha perso forza, aprendo a nuovi scenari. Mps ha ottenuto il supporto di importanti azionisti, come Delfin e Caltagirone, che detengono quasi il 30% del capitale. Con il rilancio, la banca si propone di attrarre anche altri investitori istituzionali, titolari di circa il 12% di Mediobanca, tra cui Enasarco, Enpam, Cassa Forense, Edizione Holding della famiglia Benetton, UniCredit, Amundi, Anima e Tages. L’obiettivo è quello di avvicinarsi al 40% del capitale, aumentando così le probabilità di successo dell’operazione.