Soldati nelle scuole: chiusura degli istituti in Cisgiordania

Veronica Robinson

Settembre 2, 2025

Il 2 settembre 2025, le scuole in Cisgiordania rimangono chiuse mentre gli studenti attendono la ripresa delle lezioni. Questo primo giorno di scuola è segnato da un clima di tensione e paura, poiché l’esercito israeliano continua a effettuare blitz e perquisizioni all’interno degli istituti, evidenziando così le difficoltà quotidiane vissute dalla popolazione palestinese sotto occupazione. L’inviata Veronica Fernandes ha avuto modo di raccogliere le testimonianze di alcune studentesse in un istituto di Hebron, dove la frustrazione e l’impotenza sono palpabili.

Il contesto dell’occupazione in Cisgiordania

La situazione in Cisgiordania è caratterizzata da un costante stato di allerta. Le scuole, simboli di speranza e di istruzione, si trovano a dover affrontare il peso dell’occupazione. Le studentesse, consapevoli delle loro difficoltà, affermano che l’istruzione rappresenta una forma di resistenza. “L’istruzione è una forma di resistenza“, dicono, “quindi la ostacolano“. Questa affermazione racchiude la realtà di una generazione che lotta per il proprio futuro nonostante le avversità. L’occupazione militare non solo limita l’accesso all’istruzione, ma crea un ambiente in cui la paura e l’incertezza diventano parte integrante della vita quotidiana.

Le operazioni militari, che si verificano anche nei luoghi di apprendimento, non sono eventi isolati, ma fanno parte di una strategia più ampia che mira a controllare e limitare le libertà fondamentali dei palestinesi. In questo contesto, l’istruzione si trasforma in un atto di sfida, un modo per affermare la propria identità e resistere all’oppressione. Le studentesse di Hebron esprimono la loro determinazione, affermando: “Quando decideranno di annetterci ci opporremo, ma soccomberemo”. Queste parole evidenziano la loro volontà di combattere per i propri diritti, anche di fronte a un futuro incerto.

Le prospettive future e l’annessione dei Territori

Il governo israeliano sta preparando l’annessione dei Territori palestinesi, un passo che potrebbe avere conseguenze devastanti per la popolazione locale. Le preoccupazioni riguardo a questo sviluppo sono diffuse e le studentesse di Cisgiordania sono consapevoli delle implicazioni che ciò comporterebbe per il loro accesso all’istruzione e ai diritti civili. La paura di un’ulteriore erosione dei diritti è palpabile, e la comunità si trova a dover affrontare una nuova fase di incertezze.

Le scuole chiuse non sono solo un problema educativo; rappresentano un segnale di una crisi più ampia. La mancanza di accesso all’istruzione adeguata potrebbe compromettere il futuro di intere generazioni. Le studentesse, tuttavia, non si arrendono. La loro determinazione a continuare a lottare per il diritto all’istruzione è un faro di speranza in un contesto di oppressione. La resistenza attraverso l’istruzione è un tema ricorrente, che sottolinea la resilienza della popolazione palestinese di fronte a sfide inimmaginabili.

Le voci di queste giovani donne risuonano con forza, richiamando l’attenzione su una questione che non può essere ignorata. Mentre il mondo osserva, la lotta per la dignità e i diritti fondamentali continua, e l’istruzione rimane un elemento cruciale nella battaglia per un futuro migliore.

×