Il 27 agosto 2025, Tel Aviv ha dato il via alla chiamata di ulteriori 60.000 riservisti delle forze armate israeliane, intensificando la preparazione per le operazioni militari pianificate a Gaza City. Questo sviluppo arriva in un contesto di crescente tensione nella regione, con il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha dichiarato che gli attivisti della Global Sumud Flotilla saranno trattati come terroristi. Parallelamente, i coloni israeliani hanno appiccato incendi a campi di coltivazione palestinesi nella zona di Hebron, aggravando le tensioni tra le comunità locali.
Raid aerei su Gaza City: 13 morti
Nella notte del 27 agosto, Gaza City ha subito due attacchi aerei israeliani che hanno causato la morte di 13 persone, secondo quanto riportato da Mahmoud Bassal, portavoce della Protezione Civile di Gaza. Tra le vittime, dieci si trovavano in un palazzo residenziale colpito da uno dei bombardamenti. Questi eventi si inseriscono in un quadro di violenza crescente, con il numero totale delle vittime dall’inizio del conflitto che ha raggiunto cifre allarmanti.
Il Belgio riconoscerà la Palestina all’Assemblea ONU
Il 27 agosto, il ministro degli Esteri belga, Maxime Prévot, ha annunciato che il Belgio riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevista a settembre. Questo gesto si allinea con le recenti dichiarazioni di altri Paesi occidentali, come Francia e Regno Unito, che hanno manifestato simili intenzioni. Prévot ha sottolineato che il Belgio imposterà sanzioni severe contro il governo israeliano, segnalando un cambiamento significativo nelle relazioni diplomatiche.
Incendi a Hebron: coloni attaccano le coltivazioni palestinesi
Nella città di Sa’ir, a nord-est di Hebron, coloni israeliani hanno incendiato decine di ettari di terreni agricoli, secondo quanto riportato dall’agenzia palestinese Wafa. L’attacco ha coinvolto un gruppo di coloni che ha preso d’assalto Wadi Sa’ir, distruggendo coltivazioni di viti, mandorli e ulivi. Questi atti di violenza sono parte di una strategia più ampia volta a sfrattare i palestinesi dalle loro terre per favorire l’espansione degli insediamenti israeliani.
Preparazioni per l’operazione a Gaza
Il richiamo di 60.000 riservisti, che inizia oggi, rappresenta una mossa strategica da parte delle forze israeliane in previsione di un’operazione militare su Gaza City. La maggior parte dei riservisti dovrà presentarsi in servizio immediatamente, mentre un’ulteriore ondata di richiamati è prevista per i mesi di novembre e dicembre 2025, seguita da un’altra nel febbraio-marzo 2026. Questo incremento porterà il numero totale di riservisti attivi a circa 130.000, in un contesto di crescente mobilitazione militare.
La Global Sumud Flotilla riprende il mare
Dopo un’interruzione dovuta a condizioni meteorologiche avverse, la Global Sumud Flotilla è ripartita dal porto di Barcellona, con l’obiettivo di raggiungere Gaza e fornire aiuti umanitari. A bordo delle imbarcazioni c’è anche l’attivista svedese Greta Thunberg. La Flotilla ha già subito un rientro forzato a causa di venti superiori ai 30 nodi, ma ora è pronta a riprendere la sua missione, con l’intento di rompere il blocco navale imposto sulla Striscia.
Appello per un percorso politico in Palestina
Il 27 agosto, la ministra degli Esteri palestinese, Varsen Aghabekian, ha evidenziato l’urgenza di un percorso politico per il riconoscimento della Palestina e la risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Durante una visita al Policlinico Gemelli di Roma, Aghabekian ha sottolineato che gli aiuti umanitari sono fondamentali, ma che è necessario un impegno politico concreto per affrontare le cause profonde del conflitto.
Denuncia di genocidio a Gaza
Il presidente dell’Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio ha dichiarato che le azioni di Israele a Gaza soddisfano i criteri legali per definire un genocidio. Secondo una risoluzione approvata dall’86% dei membri dell’associazione, le politiche israeliane in Gaza violano la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio. Il ministero degli Esteri israeliano ha respinto queste affermazioni, definendole basate su una campagna di disinformazione.
Rifiuto di Hamas al piano di Trump
Un rappresentante di Hamas ha dichiarato che Gaza “non è in vendita”, in risposta a un piano statunitense per il dopoguerra che prevede lo spostamento della popolazione palestinese. Il piano, che prevede incentivi per i residenti di Gaza, è stato respinto da Hamas e da altri leader palestinesi, che hanno sottolineato il diritto dei palestinesi a rimanere nella loro terra.
La situazione in Medio Oriente continua a evolversi, con ripercussioni significative per la popolazione civile e un panorama politico sempre più complesso.