Il tema dell’allattamento dopo un tumore al seno ha guadagnato attenzione significativa grazie a recenti ricerche condotte da specialisti del settore. Studi pubblicati nel settembre 2025 sulle prestigiose riviste internazionali Journal of Clinical Oncology e Journal of the National Cancer Institute offrono rassicurazioni alle donne che desiderano allattare dopo aver affrontato un tumore mammario. I risultati, frutto del lavoro di Fedro Peccatori, direttore dell’Unità Fertilità e Procreazione dell’Istituto Europeo di Oncologia, offrono una nuova prospettiva sulla sicurezza e sulla fattibilità dell’allattamento in queste circostanze.
Allattamento e sicurezza oncologica
Il primo studio, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, ha coinvolto l’analisi di oltre 4.300 pazienti operate per tumore al seno, portatrici di varianti patogenetiche Brca 1 o Brca 2, provenienti da 78 centri di ricerca a livello globale. I risultati hanno dimostrato che l’allattamento non comporta un incremento del rischio di recidive locali o controlaterali, suggerendo che le madri possono rispondere ai bisogni del loro neonato senza compromettere la loro salute oncologica. Questo rappresenta un passo significativo verso una maggiore consapevolezza riguardo le scelte materne post-intervento, contribuendo a dissipare timori infondati e a promuovere un approccio più informato alla maternità.
Il progetto Positive e il supporto alla maternità
Il secondo studio, apparso sul Journal of Clinical Oncology, rientra nel contesto del progetto Positive, un’iniziativa innovativa che ha evidenziato la possibilità per le donne che hanno subito un carcinoma mammario ormono-responsivo di sospendere la terapia endocrina per diventare madri senza aumentare il rischio di recidiva. Fino a questo momento, le informazioni riguardanti l’allattamento dopo un cancro al seno erano limitate e spesso confuse. La preoccupazione che l’allattamento, attraverso l’aumento di prolattina e ossitocina, potesse contribuire a una recidiva ha impedito a molte donne di prendere decisioni informate e serene riguardo alla maternità.
Messaggi chiari per le donne
Fedro Peccatori, uno dei principali autori degli studi, ha sottolineato l’importanza di informare le donne sulla possibilità di allattare senza preoccupazioni per la loro salute oncologica. Ha anche evidenziato che l’allattamento dalla mammella non operata è non solo fattibile, ma paragonabile a quello bilaterale. Questo sfata il mito secondo cui una sola mammella possa produrre solo metà del latte necessario. La produzione di latte, infatti, dipende dalla frequenza e dalla durata con cui il neonato si attacca al seno, dimostrando che le donne possono affrontare questa esperienza con serenità.
La dimensione psicologica dell’allattamento
Per molte donne, l’allattamento rappresenta un momento di profonda connessione con il bambino, un modo per continuare il legame instaurato durante la gravidanza. L’Istituto Europeo di Oncologia è stato tra i pionieri nel promuovere la maternità dopo un cancro, un tema che fino a poco tempo fa era considerato tabù. Le ricerche hanno mostrato che oltre il 60% delle donne coinvolte nello studio Positive ha allattato, con una percentuale significativa che ha proseguito per più di quattro mesi, dimostrando l’importanza di supportare le madri in questo percorso.
Riflessioni sui dati e le future direzioni
I dati raccolti indicano che l’allattamento è più comune tra le donne che hanno subito una chirurgia conservativa, come la quadrantectomia, rispetto a quelle che hanno affrontato una mastectomia. Questo suggerisce che l’intervento chirurgico influisce in modo significativo sull’immagine corporea e sulla percezione di sé. In futuro, sarà cruciale fornire supporto alle donne per affrontare i traumi legati alla malattia e alla chirurgia, aiutandole a superare la sensazione di avere una “mammella estranea”. La ricerca continua a evolversi, e con essa anche la comprensione delle esperienze delle donne che affrontano la maternità dopo un tumore al seno.