Negli ultimi tempi, il dibattito sull’uso degli smartphone nelle scuole ha preso piede in Italia, dove a partire dall’anno scolastico 2025/26 il divieto di utilizzo di questi dispositivi sarà esteso a tutti gli studenti, dalle scuole primarie fino alle superiori. Tuttavia, il nostro Paese non è solo in questa iniziativa. Secondo il Global Education Monitoring (GEM) dell’UNESCO, entro la fine del 2023, circa 60 sistemi educativi, pari al 30% del totale mondiale, avevano già implementato divieti simili, e si prevede che entro la fine del 2024 altri 19 Paesi seguiranno questa strada, portando il totale a 79.
Il movimento contro l’uso degli smartphone
Il movimento contro l’uso degli smartphone a scuola si sta espandendo rapidamente, coinvolgendo anche nazioni avanzate come Corea del Sud, Cina, Gran Bretagna e Francia, oltre a diversi stati americani, tra cui la California. Questi luoghi, noti per la loro innovazione tecnologica e per l’adozione di dispositivi personali, stanno ora cercando di limitare l’uso di tali tecnologie in ambito educativo.
Le motivazioni alla base delle misure
Le motivazioni alla base di queste misure sono supportate da numerosi studi scientifici. Non si tratta solo di distrazione durante le lezioni, ma anche di conseguenze a lungo termine, come dipendenza, ansia, depressione e deficit cognitivi e relazionali legati a un uso eccessivo degli smartphone. La piattaforma Skuola.net ha messo in evidenza l’evoluzione delle normative riguardanti l’uso dei cellulari nelle scuole, evidenziando come le regole varino da un contesto all’altro, ma tendano tutte verso un obiettivo comune: migliorare l’ambiente di apprendimento.
Divieti motivati da evidenze scientifiche
Non sorprende che alla base di queste decisioni ci siano studi condotti da organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che hanno dimostrato una correlazione tra l’uso degli smartphone in aula e una diminuzione delle capacità di apprendimento. A conferma di queste evidenze, una ricerca condotta dall’Università Bicocca di Milano ha dimostrato che l’utilizzo intensivo di smartphone e social media non solo riduce l’attenzione in classe, ma ha anche un impatto negativo sullo sviluppo complessivo dei giovani. Gli smartphone, infatti, possono compromettere la capacità di concentrazione e contribuire all’insorgere di disturbi e dipendenze.
Di fronte a queste problematiche, molti governi hanno ritenuto necessario intervenire. In Italia, alla vigilia dell’anno scolastico 2025/26, è stato deciso di estendere il divieto di utilizzo degli smartphone in classe anche alle scuole superiori. Le modalità di applicazione della norma saranno decise dalle singole istituzioni scolastiche, che potranno optare per varie soluzioni, dal semplice divieto verbale alla consegna dei dispositivi ai docenti all’ingresso in aula, fino all’installazione di armadietti per riporli.
Il contesto europeo e le misure adottate
In Europa, l’idea di un uso regolato degli smartphone nelle scuole ha preso piede da tempo. Nel 2024, il governo olandese ha esteso il divieto di smartphone, smartwatch e tablet a tutte le scuole primarie e secondarie, un passo deciso per ridurre le distrazioni e migliorare le performance scolastiche. Non è un caso isolato: in Paesi come Germania, Polonia, Danimarca, Portogallo e Croazia, le scuole hanno la libertà di stabilire le proprie politiche riguardo ai telefoni, con molti istituti che limitano fortemente il loro uso. In Spagna, quasi tutte le 17 comunità autonome hanno introdotto divieti, ad eccezione di Paesi Baschi, La Rioja e Navarra.
Le motivazioni che spingono a tali divieti sono chiare: si cerca di ridurre le distrazioni e di garantire un migliore ambiente di apprendimento, come dimostrato da vari studi internazionali che evidenziano i rischi per la salute mentale e il benessere degli studenti legati all’uso eccessivo della tecnologia. In Francia, il divieto è stato introdotto nel 2018, sulla base di studi che dimostrano come gli smartphone possano compromettere la qualità delle interazioni sociali e la concentrazione in aula. Anche la Grecia ha adottato misure simili, rispondendo alla crescente invasività della tecnologia tra i giovani.
Nel Regno Unito, ricerche hanno evidenziato gli effetti negativi degli smartphone sulla salute mentale dei giovani. Un rapporto della Children’s Commissioner ha rivelato che il 69% dei bambini tra gli 8 e i 15 anni trascorre fino a tre ore al giorno utilizzando dispositivi connessi a Internet, spingendo il Ministero dell’Istruzione a introdurre linee guida per il divieto totale dei dispositivi all’interno delle scuole.
Misure negli Stati Uniti e oltre
Negli Stati Uniti, il divieto di utilizzo degli smartphone sta guadagnando terreno. In California, è stato introdotto il “Phone Free School Act”, che mira a limitare l’uso degli smartphone a scuola, basandosi su ricerche sui rischi per la salute mentale degli studenti. In Texas, una nuova legge ha vietato l’uso di dispositivi personali durante l’intera giornata scolastica, comprese le pause. In Florida, l’uso degli smartphone è vietato in tutte le scuole del sistema educativo K-12, che comprende le scuole elementari, medie e superiori.
Anche in Indiana, le scuole hanno la possibilità di definire autonomamente le regole riguardo all’uso degli smartphone, stabilendo se e quando gli studenti possano accedervi durante le pause.
Provvedimenti in Asia e in Oceania
Anche in Asia, vari Paesi hanno preso misure contro l’uso degli smartphone nelle scuole. Nel 2021, il Ministero dell’Istruzione cinese ha vietato a tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie di portare dispositivi mobili senza un permesso scritto dei genitori. A Zhengzhou, è stata ulteriormente limitata l’uso dei telefoni, richiedendo il consenso dei genitori per l’uso pedagogico.
In Giappone, ricerche hanno dimostrato che il possesso di uno smartphone in età infantile può portare a complicazioni nella vita scolastica. Per questo motivo, la città di Toyoake ha proposto linee guida che raccomandano di limitare l’uso degli smartphone a due ore al giorno, con un coprifuoco fissato per i bambini e gli adulti.
Anche la Corea del Sud ha adottato misure simili, introducendo una legge che vieta l’uso degli smartphone nelle aule scolastiche, in vigore da marzo 2026, in risposta a ricerche che evidenziano l’ansia degli studenti quando non hanno accesso ai social media.
Iniziative in Australia e India
L’Australia ha implementato una legge nel 2024 per impedire agli under 16 di utilizzare i social media, cercando di gestire la presenza online tra i giovani e prevenire possibili ripercussioni sulla salute mentale. In India, molte scuole hanno adottato misure per combattere l’abuso degli smartphone, passando da divieti totali a regolamentazioni più strutturate.
Il Bangladesh come esempio pionieristico
Infine, il Bangladesh si distingue come pioniere nel contrasto all’uso degli smartphone in classe. Qui, il divieto esiste dal 2011, inizialmente limitato agli insegnanti, ma esteso nel 2017 anche agli studenti, con l’obiettivo di migliorare l’ambiente educativo e ridurre le distrazioni in aula.