Nel 2025, il Ministero della Salute ha reso noti i risultati annuali riguardanti l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), evidenziando che solo 13 Regioni in Italia rispettano gli standard minimi di cura. Tra queste, Puglia, Campania e Sardegna si distinguono come le uniche Regioni del Sud ad essere state promosse. I dati rivelano un deterioramento delle performance in otto Regioni rispetto all’anno precedente, il 2022. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, ha descritto il rapporto come una vera e propria “pagella” che valuta i servizi sanitari regionali, evidenziando le Regioni che rispettano le norme e quelle che mostrano criticità .
Il monitoraggio dei lea e gli indicatori utilizzati
Dal 2020, il Ministero della Salute ha adottato un nuovo sistema di monitoraggio basato su un sottoinsieme di indicatori CORE del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), che comprende 88 indicatori suddivisi in tre principali aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Per il 2023, la “pagella” ufficiale ha utilizzato un totale di 26 indicatori, numero aumentato rispetto al passato, con l’obiettivo di fornire una valutazione più accurata delle prestazioni sanitarie. Ogni Regione può ottenere un punteggio compreso tra 0 e 100 e per essere considerata adempiente, deve raggiungere almeno 60 punti in tutte le aree.
Il 6 agosto 2023, è stata pubblicata la Relazione sul Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia. La Fondazione GIMBE ha condotto un’analisi dettagliata per esaminare le differenze regionali nella garanzia dei diritti fondamentali alla salute, concentrandosi in particolare sul divario tra Nord e Sud. L’analisi ha anche considerato le variazioni rispetto al 2022 e il posizionamento delle Regioni nelle tre aree di valutazione.
Le regioni adempienti e inadempienti nel 2023
Secondo i dati del 2023, 13 Regioni sono risultate adempienti ai LEA, mantenendo lo stesso numero del 2022. Le Regioni promosse includono Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Rispetto all’anno precedente, Campania e Sardegna hanno migliorato la loro posizione, mentre Basilicata e Liguria sono retrocesse a inadempienti per non aver raggiunto il punteggio minimo in una delle aree di valutazione.
Le Regioni che rimangono inadempienti per insufficienza in un’area includono Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta non soddisfano i requisiti in due aree. Cartabellotta ha sottolineato che il divario tra le Regioni del Nord e del Sud è ancora molto evidente, con solo tre delle Regioni promosse provenienti dal Mezzogiorno.
Il divario nord-sud e le richieste della fondazione gimbe
Nel 2023, il punteggio della Puglia è risultato comparabile a quello di alcune Regioni del Nord, mentre Campania e Sardegna si sono posizionate poco al di sopra della soglia di sufficienza. Il Ministero della Salute non fornisce un punteggio complessivo per valutare gli adempimenti ai LEA, pertanto la Fondazione GIMBE ha creato una classifica delle Regioni e Province Autonome basata sulla somma dei punteggi ottenuti nelle tre aree. Questo approccio ha messo in luce il divario tra le Regioni del Nord e del Sud, con sei delle prime dieci posizioni occupate da Regioni settentrionali.
Cartabellotta ha evidenziato che il monitoraggio dei LEA conferma che la tutela della salute è fortemente influenzata dalla Regione di residenza. La Fondazione GIMBE ha chiesto un ampliamento del numero di indicatori utilizzati nella “pagella” ministeriale e una revisione radicale dei Piani di rientro e dei commissariamenti, strumenti che pur avendo contribuito a riequilibrare i bilanci regionali, non hanno migliorato significativamente la qualità dell’assistenza e ridotto i divari tra Nord e Sud.