Disturbi feto-alcolici: in Italia si registrano 2.500 nuovi casi annualmente

Rosita Ponti

Settembre 4, 2025

I disturbi dello spettro feto-alcolico rappresentano la principale causa di disabilità intellettiva nei bambini nei paesi ad alto reddito. Ogni anno, si stima che circa 120.000 neonati nel mondo siano destinati a sviluppare tali disturbi, con circa 2.500 casi registrati in Italia. La sindrome feto-alcolica, caratterizzata da malformazioni facciali, microcefalia, deficit di crescita e ritardi neuropsicomotori, presenta un’incidenza globale che varia dallo 0,5 al 3 casi ogni 1.000 nati vivi. L’intero spettro dei disturbi correlati interessa circa l’1% della popolazione mondiale. Questi disturbi sono completamente prevenibili attraverso l’astensione dal consumo di alcol durante la gravidanza, come sottolinea la Società Italiana di Neonatologia (SIN).

Il consumo di alcol tra le future madri

Nonostante le evidenze scientifiche, molte donne in gravidanza continuano a consumare bevande alcoliche, ritenendo che un’assunzione “moderata” di vino, birra o superalcolici non possa danneggiare il feto. Luigi Memo, segretario del Gruppo di Studio di Genetica Clinica Neonatale della SIN, evidenzia questa problematica. Un’indagine condotta nel 2020 ha rivelato che il 66% delle donne in età fertile in Italia ha consumato alcol, con un aumento preoccupante del binge drinking tra i giovani. A ciò si aggiunge il fatto che una significativa percentuale di gravidanze non è pianificata, il che può portare a un’esposizione involontaria del feto a sostanze alcoliche.

Statistiche recenti sul consumo di alcol in gravidanza

Dalla raccolta dati del 2022 del Sistema di Sorveglianza per bambini da 0 a 2 anni, è emerso che il 15% delle donne in gravidanza ha assunto alcol durante la gestazione, con una prevalenza maggiore tra le madri del Centro-Nord Italia. Il consumo di alcol durante l’allattamento si rivela ancora più diffuso, con tassi che raggiungono il 18% in alcune regioni, in particolare in Toscana ed Emilia-Romagna. Per ottenere un quadro più dettagliato riguardo al consumo di alcol in gravidanza e all’incidenza della sindrome feto-alcolica, il Ministero della Salute ha recentemente rifinanziato un progetto biennale all’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo progetto prevede il monitoraggio del consumo di alcol tra le donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni, per comprendere meglio le abitudini e i rischi associati alla gravidanza.

L’attenzione verso questo tema è fondamentale per garantire la salute dei neonati e prevenire disturbi che possono compromettere il loro sviluppo e benessere futuro.

×