Nel pomeriggio del 3 settembre 2025, a Viterbo, la polizia ha arrestato due uomini di origine turca sospettati di pianificare un attentato in occasione del tradizionale trasporto della Macchina di Santa Rosa. Gli arresti sono stati effettuati dalla Digos all’interno di un bed and breakfast situato nella parte alta del centro storico, lungo il percorso della processione. Le autorità hanno comunicato che i due uomini erano in possesso di un mitra, diverse pistole, caricatori e munizioni. Le indagini preliminari suggeriscono che il loro obiettivo potesse essere la folla o, in alternativa, la torre trasportata dai facchini, simbolo religioso e civile della città . La notizia ha spinto le autorità locali a convocare d’urgenza il comitato per la sicurezza pubblica, attivando misure straordinarie per garantire la sicurezza dell’evento.
Arresti di uomini armati a Viterbo prima della processione
L’operazione della polizia si è svolta nel tardo pomeriggio del 3 settembre, intorno alle 18:00, a poche ore dall’inizio della manifestazione religiosa. Gli agenti della Digos hanno fatto irruzione in un B&B nella zona alta della città , rinvenendo un vero e proprio arsenale composto da un mitra, due pistole, numerosi caricatori e, secondo alcune fonti, anche componenti che potrebbero essere utilizzati per ordigni esplosivi. I due uomini, entrambi di origine turca, sono stati portati in questura e interrogati dal magistrato di turno. Le autorità non escludono alcuna pista, ma si ipotizza un possibile collegamento con ambienti criminali internazionali, in particolare con la mafia turca. Viterbo ha già visto operazioni contro figure di spicco di questo circuito; lo scorso maggio, un boss turco era stato arrestato nella frazione di Bagnaia, mentre un altro soggetto legato alla stessa organizzazione era stato fermato nel capoluogo ad agosto.
Misure straordinarie e allerta sicurezza
Dopo la notizia degli arresti, la prefettura ha innalzato il livello di allerta in città . Il piano di sicurezza, già predisposto nei giorni precedenti, è stato rivisto e potenziato in poche ore. Sono stati mobilitati reparti speciali, e controlli approfonditi sono stati effettuati lungo l’intero tragitto della Macchina, con l’impiego di unità antiesplosivo e videosorveglianza in tempo reale. La decisione di lasciare accesa l’illuminazione pubblica in diversi tratti del percorso è stata adottata “per motivi di sicurezza”, secondo fonti interne alla prefettura. Sebbene in alcune aree il trasporto si sia svolto regolarmente al buio, come da tradizione, la presenza delle luci ha segnato un’eccezione storica, percepita intensamente dai presenti.
Rottura della tradizione: luci accese e reazioni dei fedeli
La decisione di mantenere accese le luci pubbliche durante il trasporto ha suscitato reazioni immediate tra il pubblico. Molti cittadini di Viterbo hanno manifestato sorpresa e dissenso per la scelta di non rispettare il rituale del buio. Sui social e nelle piazze del centro, si sono levate voci di malcontento, con commenti che parlavano di “tradizione tradita” e di una “fede oscurata dalla paura”. Tuttavia, man mano che venivano diffusi dettagli sull’arresto dei due uomini armati e sul potenziale rischio per la popolazione, l’atteggiamento generale ha cominciato a cambiare. In molti hanno riconosciuto la necessità di anteporre la sicurezza pubblica alla ritualità , pur evidenziando il carattere straordinario di questa modifica.
Legami con la mafia turca e sviluppi delle indagini
Attualmente, gli inquirenti sono impegnati a ricostruire i movimenti dei due arrestati, analizzando il loro arrivo in città , i contatti avuti nei giorni precedenti e il reale obiettivo dell’attentato. Si ipotizza che i due potessero far parte di un gruppo più ampio o agire su mandato di soggetti legati alla criminalità organizzata turca. L’indagine è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e coinvolge anche i servizi antiterrorismo. Nelle prossime ore sono attesi aggiornamenti, inclusi i risultati delle perquisizioni e delle analisi sui dispositivi sequestrati. Resta alta l’attenzione per le prossime manifestazioni religiose e civili previste in città , mentre la comunità viterbese cerca di ritrovare serenità dopo una notte di grande tensione.
Significato della Macchina di Santa Rosa e il trasporto al buio
La Macchina di Santa Rosa è una torre alta circa 30 metri, trasportata a spalla ogni anno da un centinaio di uomini detti “facchini”, lungo le vie del centro di Viterbo. Questo evento si svolge ogni 3 settembre in onore di Santa Rosa, patrona della città , ed è stato riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO. La struttura, rinnovata ogni cinque anni, simboleggia la fede e la coesione della comunità viterbese. Tradizionalmente, il trasporto avviene al buio, con l’illuminazione pubblica spenta, per mettere in risalto la luce della Macchina, che brilla grazie a centinaia di punti luminosi integrati nella struttura. Questo rituale ha un forte valore simbolico, rappresentando la luce di Santa Rosa che guida la città attraverso l’oscurità . Pertanto, l’accensione delle luci pubbliche durante il corteo ha rappresentato una rottura storica, suscitando forti emozioni tra i cittadini.