Marco Cavallo inizia il suo viaggio nei Cpr d’Italia da Trieste

Rosita Ponti

Settembre 5, 2025

Partirà questo pomeriggio da Trieste il viaggio di Marco Cavallo, il cavallo di legno azzurro simbolo della rivoluzione di Franco Basaglia, nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di diverse città italiane. L’obiettivo è quello di verificare le condizioni di vita all’interno di queste strutture, spesso al centro di polemiche e critiche.

Presentazione dell’iniziativa

L’iniziativa è stata presentata da Peppe Dell’Acqua, presidente del Forum Salute Mentale, insieme a Carla Ferrari Aggradi, coordinatrice del viaggio, e Gianfranco Schiavone, presidente dell’ICS (Iniziativa dei Cittadini Stranieri). La partenza è programmata per le 17 dal cinema Ariston, da dove il gruppo si dirigerà verso Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Il percorso prevede ulteriori tappe a Milano il 20 settembre, a Roma il 27 settembre, a Palazzo San Gervasio (Potenza) il 3 ottobre, a Brindisi l’8 ottobre e a Bari il 10 ottobre. In ogni città si svolgeranno eventi pubblici, incontri e momenti di confronto, tutti documentati dal Forum Salute Mentale. Il regista Giovanni Cioni seguirà l’intero viaggio per realizzare un film.

Distribuzione di lettere e bandiere

Durante il tragitto, saranno distribuite lettere scritte da sostenitori dell’iniziativa agli ospiti dei Cpr. Marco Cavallo sarà accompagnato da bandiere realizzate con tessuti di scarto, frutto della collaborazione con la sartoria Lister di Trieste, che ha creato circa un centinaio di queste bandiere.

Importanza del viaggio

Nel corso della conferenza stampa, Peppe Dell’Acqua ha sottolineato l’importanza di questo viaggio, che ha visto il coinvolgimento di numerose associazioni. Ha dichiarato: “Tante persone credono che un mondo migliore sia possibile. Questo percorso è nato dopo aver appreso di molte situazioni gravi nei Cpr che ci hanno colpito, e sentivamo la necessità di parlarne. Le esperienze vissute da chi si trova nei Cpr sono spesso simili a una tortura. Queste persone si trovano senza documenti, senza identità e senza la possibilità di progettare un futuro. La sofferenza è accentuata dall’assenza di una prospettiva di vita.”

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