Portiere tredicenne aggredito: squalifica per lui e per il rivale

Veronica Robinson

Settembre 5, 2025

Un episodio controverso ha colpito il mondo del calcio giovanile in Italia. Il 5 settembre 2025, un portiere di 13 anni della squadra Volpiano Pianese è stato squalificato per un anno dalla giustizia sportiva. Questo provvedimento è stato preso a seguito di un incidente avvenuto durante un torneo under 14 a Collegno, località situata nella provincia di Torino. L’accusa principale è che il giovane calciatore abbia provocato una rissa, colpendo un avversario mentre si trovava a terra.

Il contesto dell’incidente a Collegno

Il torneo di Collegno, un evento di grande rilevanza per i giovani atleti, ha visto la partecipazione di diverse squadre locali. Durante una delle partite, la tensione è salita rapidamente, culminando in una rissa che ha coinvolto giocatori e genitori. Secondo le ricostruzioni, il portiere del Volpiano Pianese avrebbe colpito un avversario, scatenando una reazione violenta da parte del padre del ragazzo colpito, che ha aggredito il giovane portiere. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sul comportamento dei genitori durante gli eventi sportivi giovanili.

La decisione della giustizia sportiva di infliggere una squalifica di un anno è stata motivata dalla necessità di mantenere un ambiente sano e sicuro per i giovani atleti. Il portiere, che aveva mostrato promettenti capacità sportive, ora si troverà a saltare un’intera stagione, con la possibilità di tornare in campo solo nel settembre del 2026. Questo provvedimento ha suscitato reazioni contrastanti tra i genitori e i dirigenti delle squadre coinvolte, alcuni dei quali sostengono che la punizione sia eccessiva.

Le ripercussioni sul giovane calciatore

La squalifica avrà un impatto significativo sulla carriera sportiva del giovane portiere. Non solo perderà un anno di competizioni, ma dovrà anche affrontare le conseguenze psicologiche di un evento così traumatico. La pressione e le aspettative che gravano sui giovani atleti possono essere enormi, e un episodio del genere potrebbe influenzare la sua autostima e il suo approccio al gioco.

Inoltre, la vicenda ha sollevato interrogativi sul ruolo dei genitori nel calcio giovanile. La presenza di comportamenti violenti o aggressivi da parte degli adulti può avere un effetto diretto sul comportamento dei ragazzi, portandoli a emulare tali atteggiamenti. È fondamentale che le società sportive e le famiglie lavorino insieme per educare i giovani atleti non solo alle tecniche del gioco, ma anche ai valori del rispetto e della sportività.

Le reazioni della comunità sportiva

La notizia della squalifica ha generato un ampio dibattito all’interno della comunità sportiva. Molti esperti di sport giovanile hanno sottolineato l’importanza di creare un ambiente positivo e incoraggiante per i ragazzi, lontano da episodi di violenza. Le associazioni sportive locali stanno già discutendo misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

Alcuni genitori hanno espresso preoccupazione per il futuro del giovane portiere, temendo che una lunga assenza dai campi da gioco possa compromettere le sue aspirazioni nel calcio. Altri, invece, sostengono che la squalifica sia una lezione importante per tutti i giovani atleti, sottolineando che il rispetto per gli avversari e per le regole del gioco deve sempre prevalere.

Il caso del portiere del Volpiano Pianese è emblematico di una problematica più ampia che affligge il mondo dello sport giovanile. La necessità di educare i ragazzi a una competizione sana e rispettosa è più che mai attuale, e la speranza è che da questa vicenda possano scaturire cambiamenti positivi per il futuro del calcio giovanile in Italia.

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