Tumore al fegato: combinazione di due immunoterapie per aumentare sopravvivenza e qualità di vita

Veronica Robinson

Settembre 5, 2025

Nel 2025, la ricerca scientifica continua a fare passi avanti significativi nel campo dell’oncologia, in particolare per quanto riguarda l’epatocarcinoma, il tumore epatico più comune, noto per la sua aggressività e per una progressione spesso silenziosa. Un recente studio, pubblicato su Jama Oncology, ha messo in luce risultati promettenti per migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti affetti da questa patologia. La ricerca è stata coordinata dai professori Ciro Celsa, Giuseppe Cabibbo e Calogero Cammà del Policlinico di Palermo, insieme al professor David Pinato dell’Imperial College di Londra.

La combinazione terapeutica vincente

I risultati ottenuti dai ricercatori sono stati decisamente chiari e incoraggianti. La combinazione di due farmaci immunoterapici, Atezolizumab e Bevacizumab, ha dimostrato di superare altre opzioni terapeutiche analizzate. Gli esperti hanno evidenziato che questa terapia combinata non solo offre una migliore qualità di vita per i pazienti, ma si traduce anche in risultati superiori in termini di sopravvivenza globale. Questo approccio rappresenta una novità nel panorama delle terapie oncologiche, dove tradizionalmente l’attenzione è stata rivolta principalmente alla durata della vita dei pazienti.

Un’analisi approfondita dei dati

Per giungere a queste conclusioni, il team di ricerca ha esaminato in modo sistematico nove studi clinici, coinvolgendo un totale di 6.425 pazienti. L’obiettivo era quello di confrontare le diverse terapie disponibili per il trattamento dell’epatocarcinoma avanzato, cercando di identificare quale tra queste offrisse il miglior equilibrio tra il prolungamento della vita e il mantenimento di una buona qualità di vita. Questo approccio innovativo si distingue per l’integrazione di un elemento spesso trascurato: l’attenzione alla qualità di vita dei pazienti durante il trattamento.

Riconoscimenti e impatti futuri

Maria Grazia Furnari, direttrice generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Palermo, ha commentato con entusiasmo i risultati dello studio. Ha sottolineato come la competenza e l’impegno degli epatologi siano evidenti nei risultati ottenuti, che non solo riflettono l’eccellenza della ricerca scientifica, ma pongono anche la struttura all’avanguardia nel panorama medico. Secondo Furnari, questo studio ha il potenziale di influenzare profondamente le pratiche cliniche, fornendo strumenti e conoscenze fondamentali per migliorare le terapie future. La visibilità internazionale dei risultati conseguiti rappresenta un motivo di orgoglio per tutto il personale coinvolto.

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