Camilleri: “La cecità ha affinato i miei sensi e la percezione del pubblico”

Veronica Robinson

Settembre 6, 2025

La paura, un’emozione complessa e profonda, è stata oggetto di studio da parte di Andrea Camilleri, il noto scrittore siciliano, che ha descritto questo sentimento come “talmente irrazionale da non essere subitaneo”. Secondo Camilleri, la paura si manifesta dopo un certo intervallo di tempo, permettendo così una riflessione più profonda su di essa.

Il libro “La paura di Montalbano” e l’analisi della paura

Nel 2002, Andrea Camilleri pubblicò il libro di racconti intitolato “La paura di Montalbano”, un’opera che indaga il sentimento della paura non solo attraverso le esperienze dei suoi personaggi, ma anche attraverso la sua personale introspezione. Camilleri, con la sua prosa incisiva, esplora come la paura possa manifestarsi in modi inaspettati e come possa influenzare le decisioni e le azioni dei protagonisti. In questo contesto, il personaggio di Salvo Montalbano diventa un veicolo attraverso il quale il lettore può comprendere le sfumature di questo sentimento.

Camilleri si sofferma anche su un aspetto particolare della paura: la paura della memoria. Egli esprime il timore che le molteplici presenze e i ricordi che affollano la sua mente possano generare un’emozione paralizzante. Questa riflessione mette in luce come la paura non sia solo una reazione immediata a una minaccia, ma anche un processo complesso che coinvolge il passato e le esperienze vissute. La memoria gioca un ruolo cruciale nel plasmare le nostre paure, rendendole più tangibili e, talvolta, più opprimenti.

In questo modo, Camilleri riesce a dare voce a un sentimento universale, permettendo ai lettori di identificarsi con le sue paure e le sue ansie. La sua analisi della paura, quindi, non si limita a una mera descrizione, ma diventa un’opportunità per esplorare la dimensione umana e vulnerabile di ciascuno di noi.

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