Media, Netanyahu valuta la sospensione dell’offensiva a Gaza City per un “accordo reale”

Veronica Robinson

Settembre 7, 2025

I recenti sviluppi nel conflitto tra Israele e Hamas evidenziano una situazione complessa e in continua evoluzione. Secondo i rapporti dei mezzi d’informazione, attualmente non esiste alcuna proposta ufficiale per porre fine alle ostilità. Tuttavia, Hamas ha dichiarato di essere aperto a qualsiasi iniziativa che possa portare a un cessate il fuoco duraturo. Le tensioni rimangono elevate, con manifestazioni in corso a Gerusalemme e Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi.

Israele e la possibilità di sospendere l’offensiva a Gaza city

L’emittente israeliana Kan ha riportato che il governo di Benyamin Netanyahu sarebbe disposto a sospendere le operazioni militari pianificate contro Gaza City per favorire un “vero accordo” che possa porre fine alla guerra e garantire la liberazione degli ostaggi. Tuttavia, al momento non è stata presentata alcuna offerta formale in tal senso. Questa dichiarazione arriva in un contesto in cui Stati Uniti, Qatar ed Egitto stanno preparando un accordo globale per il ritorno degli ostaggi, dopo che il governo israeliano ha escluso accordi parziali. Le autorità israeliane continuano a monitorare la situazione con attenzione, mentre le pressioni internazionali per una risoluzione pacifica aumentano.

Proteste a Gerusalemme e Tel Aviv per il rilascio degli ostaggi

Le manifestazioni contro il governo Netanyahu si sono intensificate, con migliaia di cittadini che hanno preso parte alle proteste in diverse città israeliane. Sabato, il 7 settembre 2025, si è registrato il 701° giorno di conflitto a Gaza, e i manifestanti hanno chiesto con forza il ritorno degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. A Tel Aviv, circa 1.000 persone hanno partecipato a una marcia, mentre un numero simile si è radunato a Karkur, vicino a Pardes Hanna. Altri gruppi di manifestanti hanno marciato da Ponte delle Corde a Piazza Parigi a Gerusalemme, in prossimità della residenza del primo ministro. Le richieste dei cittadini si concentrano sulla necessità di trovare soluzioni efficaci per la liberazione degli ostaggi e per la fine delle ostilità.

Hamas aperto a proposte per un cessate il fuoco

Il gruppo islamista Hamas ha espresso la sua disponibilità a considerare qualsiasi proposta che possa portare a un cessate il fuoco permanente. In una dichiarazione ufficiale, Hamas ha sottolineato l’importanza di un ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e dell’ingresso incondizionato di aiuti umanitari. Inoltre, hanno richiesto un autentico scambio di prigionieri attraverso negoziati seri, mediati da terze parti. Una delegazione di Hamas si trova attualmente al Cairo per discutere queste questioni, mentre l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, sta conducendo colloqui con funzionari egiziani e qatarioti per facilitare un accordo che possa porre fine al conflitto.

Arresti a Londra per manifestazioni pro-Palestine

A Londra, la polizia ha effettuato centinaia di arresti durante manifestazioni a sostegno del gruppo Palestine Action, che ha sfidato il divieto di manifestare. Almeno 425 persone sono state fermate, con 25 accusate di aggressione agli agenti. La Polizia Metropolitana ha dichiarato che durante le manifestazioni ci sono stati atti di violenza contro gli agenti. Il gruppo che ha organizzato la protesta, ‘Defend Our Juries‘, ha contestato le accuse, sostenendo che gli agenti hanno provocato l’aggressione. Secondo le stime, circa 1.500 persone hanno partecipato alla manifestazione, esprimendo il loro sostegno a Palestine Action, recentemente dichiarato gruppo terroristico dal governo britannico.

Rinvio della partenza della Global Sumud Flotilla da Tunisi

Le navi destinate a trasportare aiuti umanitari e che avrebbero dovuto partire da Tunisi per unirsi alla Global Sumud Flotilla hanno posticipato la loro partenza a mercoledì prossimo a causa di problemi tecnici e logistici. L’imbarco era previsto dal porto di Sidi Bou Said, a pochi chilometri dalla capitale tunisina. Il rinvio era già avvenuto giovedì scorso a causa di ritardi nella navigazione delle navi provenienti dalla Spagna. A bordo delle navi ci sarà anche Mandla Mandela, nipote dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela, insieme ad attivisti noti come Greta Thunberg e Ada Colau.

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