Il 2025 si apre con un acceso dibattito riguardante l’operazione di acquisizione di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena. Il deputato Bruno Tabacci ha espresso forti preoccupazioni, definendo l’atteggiamento del governo sconcertante. Durante la trasmissione “Conti in tasca” condotta da Sergio Luciano, andata in onda su Giornale Radio, Tabacci ha sottolineato come importanti membri dell’esecutivo, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) a Palazzo Chigi, abbiano cercato di presentare l’operazione come una semplice transazione di mercato. Tuttavia, le istituzioni finanziarie internazionali hanno manifestato preoccupazione, come evidenziato nella recente assemblea di Mediobanca tenutasi il 21 agosto.
Critiche all’atteggiamento del governo
Il deputato ha messo in evidenza la passività delle autorità di vigilanza, che, secondo la Costituzione, dovrebbero mantenere la loro indipendenza dal governo. Tabacci ha affermato che non si può accettare l’idea, circolata in vari articoli della stampa estera, secondo cui per operare in Italia sia necessario assecondare le richieste governative. Questa visione, secondo Tabacci, risulterebbe dannosa per il Paese. Ha inoltre criticato il governo per il suo sostegno a due imprenditori, Delfin e Caltagirone, i quali cercano di ottenere un’influenza dominante su Mediobanca. Sebbene legittimo, l’approccio adottato aggira le regole stabilite dal Testo Unico della Finanza, in quanto non è stata comunicata l’esistenza di un accordo tra le parti interessate alle autorità competenti.
Rischi per i piccoli azionisti
Tabacci ha messo in guardia riguardo alle conseguenze di questa operazione per i piccoli azionisti, i quali non hanno potuto beneficiare della protezione normativa di un’offerta pubblica in contanti. Ha sottolineato che i fondi veri coinvolti nell’operazione sono esigui rispetto alla complessità dell’affare, risultando quindi inadeguati. Il deputato ha anche evidenziato come il governo abbia influenzato il disegno dell’operazione, avvantaggiando azionisti italiani, in particolare alcune casse previdenziali, che sembrano godere di un occhio di riguardo da parte dell’esecutivo. Questo ha permesso a questi investitori di garantirsi il controllo su Mediobanca e, di riflesso, su Generali, con un investimento nettamente inferiore rispetto a quello che ci si sarebbe aspettati.
La questione dell’acquisizione di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni nel panorama finanziario italiano, con implicazioni significative per il mercato e per i suoi attori principali.