Lunedì 8 settembre 2025, Milano. La trasmissione “Quarta Repubblica”, condotta da Nicola Porro, ha portato alla luce un’inchiesta inquietante riguardante il traffico di video rubati dalle telecamere di videosorveglianza. Il programma, in onda su Retequattro, ha collaborato con esperti informatici per scoprire l’esistenza di archivi segreti online contenenti decine di migliaia di video sottratti a persone ignare.
Un’operazione di cybersicurezza
Grazie all’assistenza di un team di specialisti della società Yarix, l’inchiesta ha svelato un sito web dedicato alla diffusione di video intimi rubati, provenienti da ambienti domestici. Questi contenuti vengono condivisi su piattaforme online, dove gli utenti possono anche acquistare l’accesso a telecamere di sorveglianza per spiare in diretta le vittime senza il loro consenso. La scoperta ha sollevato un allarme riguardo alla violazione della privacy e alla sicurezza delle informazioni personali.
Nuove scoperte nel mercato clandestino
L’inchiesta non si è fermata qui. Sono emersi ulteriori siti che offrono servizi simili, ma con contenuti considerati ancora più estremi. I video vengono rubati da una varietà di fonti, incluse telecamere domestiche, studi medici, centri estetici, spogliatoi e persino camerette di bambini. Il team di esperti ha dimostrato la propria abilità infiltrandosi nelle chat private degli amministratori dei siti, riuscendo a risalire fino agli archivi centrali che raccolgono video da tutto il mondo.
Un mercato clandestino in espansione
Questa attività illecita rappresenta un vero e proprio mercato clandestino, completo di tariffe, abbonamenti e persino lotterie per accedere a contenuti riservati. La trasmissione ha evidenziato come la facilità di accesso a tali contenuti stia alimentando un fenomeno preoccupante, dove la vita privata delle persone è messa a repentaglio. Le autorità sono ora chiamate a intervenire per fermare questa crescente ondata di violazioni della privacy, che colpisce in modo indiscriminato.
Le rivelazioni di “Quarta Repubblica” pongono interrogativi su come la tecnologia possa essere utilizzata per scopi malevoli e su quali misure siano necessarie per proteggere le persone da tali abusi. Mentre l’inchiesta continua, l’attenzione rimane alta su questo tema delicato, che tocca aspetti fondamentali della sicurezza e della dignità umana.