Erin Patterson, una donna di cinquant’anni originaria dell’Australia, è stata condannata all’ergastolo per l’omicidio di tre persone, avvenuto attraverso l’ingestione di funghi velenosi. La sentenza è stata emessa il 5 marzo 2025, dopo che la donna era stata ritenuta colpevole di aver avvelenato i genitori del marito, da cui era separata, e la zia di quest’ultimo. L’episodio risale all’estate del 2023, quando Patterson servì un piatto tradizionale inglese, il filetto alla Wellington, arricchito con amaniti phalloidi, uno dei funghi più tossici al mondo. La donna non potrà richiedere la libertà condizionata prima di 33 anni, quando avrà superato gli 80 anni.
Il processo, che si è svolto a Morwell, un tranquillo villaggio del Victoria noto per le sue rose premiate, ha attirato l’attenzione di podcaster, troupe cinematografiche e appassionati di cronaca nera. La motivazione dietro a questi omicidi rimane avvolta nel mistero, lasciando interrogativi sul movente di un gesto così estremo.
La preparazione del pranzo fatale
Il 29 luglio 2023, Erin Patterson aveva invitato a pranzo i genitori del suo ex marito, Simon, nella sua abitazione situata a Leongatha, un villaggio agricolo. Per l’occasione, la donna aveva preparato un menù che aveva descritto come “speciale”, servendo un filetto alla Wellington, che secondo l’unico sopravvissuto al banchetto era “delizioso”. La tavola era imbandita con funghi velenosi spacciati per porcini, fagiolini, purè di patate e un ricco sugo di carne.
A condividere il pasto con Patterson c’erano Don e Gail Patterson, i genitori del marito, e la zia di Simon, Heather Wilkinson, insieme al marito Ian, un noto pastore della chiesa battista locale. Il marito di Erin, Simon, non era presente poiché si sentiva “a disagio” per la situazione. La coppia, pur essendo ancora legalmente sposata, aveva un rapporto teso, aggravato da discussioni sulle spese di mantenimento.
Patterson aveva scelto tagli di carne costosi e, dopo averli ricoperti di funghi tritati, li aveva avvolti nella pasta sfoglia. La tossicità dei funghi, che può essere facilmente confusa con altre varietà commestibili, è ingannevole, poiché il loro sapore dolce maschera la loro pericolosità . Gli ospiti, apprezzando il banchetto, non avevano nemmeno lasciato spazio per il dessert.
Durante il pranzo, Patterson rivelò di avere il cancro e di aver bisogno di aiuto per comunicarlo ai suoi figli. Il pastore Ian ricordò che il gruppo pregò per lei, chiedendo “la benedizione di Dio su Erin”. Tuttavia, nel giro di una settimana, Don, Gail e Heather morirono, mentre Ian fu l’unico a sopravvivere.
L’indagine e le rivelazioni
Dopo il banchetto mortale, Erin Patterson fu arrestata a novembre 2023, circa 100 giorni dopo l’evento. Durante questo periodo, la donna sembrò collaborare con le autorità , partecipando a interrogatori e consegnando i suoi dispositivi elettronici. Tuttavia, gli investigatori scoprirono che Patterson aveva mentito riguardo a un presunto tumore ovarico e sul possesso di un essiccatore per alimenti utilizzato per preparare i funghi. Inoltre, affermò di aver acquistato i funghi in un negozio di alimentari asiatico vicino a Melbourne, ma questa affermazione si rivelò falsa.
Il processo ha visto la testimonianza di oltre 50 testimoni, ma nessuno è riuscito a fornire un movente chiaro per il crimine. Le parole che rimbalzavano tra i presenti erano le stesse: “Sembrava tanto una brava persona“. Questo contrasto tra l’immagine di una madre devota e l’atrocità delle sue azioni ha lasciato un segno profondo nella comunità .
La sentenza e le parole del giudice
Il giudice Christopher Beale, durante la lettura della sentenza, ha espresso la sua indignazione per la crudeltà delle azioni di Patterson. Ha sottolineato che la donna aveva invitato i suoi ex familiari con l’intenzione di ucciderli e che aveva messo in atto un piano ben congegnato per insabbiare il delitto. La mancanza di rimorso da parte di Patterson ha aggravato il dolore delle vittime e delle loro famiglie, esponendo i figli a un incessante clamore mediatico e a discussioni pubbliche sul caso, persino nei cortili delle scuole.
La vicenda di Erin Patterson ha scosso la comunità , lasciando un vuoto incolmabile e un interrogativo inquietante sulle motivazioni che possono spingere una persona a compiere atti così estremi.