Scuola: in Corea e California, divieto di utilizzo degli smartphone anche nei Paesi tecnologici

Veronica Robinson

Settembre 8, 2025

In queste settimane, il tema del divieto quasi totale dell’uso degli smartphone in ambito scolastico è al centro del dibattito in Italia, dove a partire dall’anno scolastico 2025/26 si estenderà a tutti gli studenti, dalle scuole primarie alle superiori. Questo provvedimento non è esclusivo del nostro Paese, poiché molti altri Stati hanno già adottato normative simili. Secondo il Global Education Monitoring (GEM) dell’UNESCO, alla fine del 2023, ben 60 sistemi educativi, rappresentanti il 30% del totale mondiale, avevano già bandito i cellulari dalle scuole tramite leggi o politiche specifiche. Entro la fine del 2024, si prevede che altri 19 Paesi seguiranno questa tendenza, portando il totale a 79.

Il movimento anti-smartphone si espande

Il fenomeno del movimento anti-smartphone nelle scuole sta guadagnando terreno in diverse nazioni, comprese economie avanzate come Corea del Sud, Cina, Gran Bretagna e Francia. Anche alcuni stati americani, come la California, si uniscono a questa iniziativa. Questi Paesi rispondono a problematiche sempre più evidenti, supportate da numerosi studi scientifici. Non si tratta solo di distrazione durante le lezioni, ma anche di effetti a lungo termine, come dipendenze, ansia, depressione e deficit cognitivi e relazionali legati all’uso eccessivo dei dispositivi. Il portale Skuola.net ha raccolto informazioni sui Paesi in cui il divieto è già in atto, evidenziando che, sebbene le regole varino, l’obiettivo comune è la riduzione dell’impatto negativo degli smartphone.

Le motivazioni alla base di queste misure sono ben documentate da ricerche condotte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che hanno dimostrato una correlazione tra l’uso del telefono in aula e un calo delle performance scolastiche. In Italia, uno studio dell’Università Bicocca di Milano ha rivelato che l’uso intensivo di smartphone e social media non solo diminuisce l’attenzione in classe, ma incide negativamente sullo sviluppo complessivo dei giovani.

Decisioni delle singole scuole

Con l’avvicinarsi dell’anno scolastico 2025/26, il governo italiano ha deciso di estendere il divieto di utilizzo degli smartphone in classe anche alle scuole superiori. Saranno le singole istituzioni a stabilire come applicare questa norma e le relative sanzioni per chi non la rispetta. Si prevedono diverse modalità, che spaziano dal semplice divieto verbale fino all’obbligo di consegna dei dispositivi ai docenti all’ingresso in aula. In Europa, l’idea di regolamentare l’uso della tecnologia in aula è presente da tempo. Ad esempio, nel 2024, il governo olandese ha imposto il divieto di smartphone, smartwatch e tablet in tutte le scuole primarie e secondarie, mirando a ridurre le distrazioni e migliorare le performance scolastiche.

Le politiche europee

In Europa, diversi Paesi come Germania, Polonia, Danimarca, Portogallo e Croazia hanno dato autonomia alle scuole nella definizione delle proprie politiche riguardo ai telefoni cellulari, con molti istituti che optano per limitazioni severe. In Spagna, quasi tutte le 17 comunità autonome hanno introdotto divieti, ad eccezione di Paesi Baschi, La Rioja e Navarra. L’OCSE sottolinea che la motivazione principale di queste misure è la volontà di ridurre le distrazioni e garantire un ambiente di apprendimento più sano. In Francia, il divieto è stato attuato già nel 2018, in risposta a studi del Ministero dell’Istruzione che evidenziavano come gli smartphone compromettano la qualità delle interazioni sociali e la concentrazione in aula. Anche la Grecia ha adottato misure simili, rispondendo all’esigenza di limitare l’invasività della tecnologia tra i giovani.

Ricerche nel Regno Unito e negli Stati Uniti

Nel Regno Unito, varie ricerche hanno messo in luce gli effetti negativi degli smartphone sui giovani. Un rapporto della Children’s Commissioner ha rivelato che il 69% dei bambini di età compresa tra 8 e 15 anni trascorre fino a tre ore al giorno su dispositivi connessi a Internet. Questo ha spinto il Ministero dell’Istruzione a stabilire linee guida per il divieto totale dei dispositivi all’interno delle scuole. Tuttavia, le modalità di attuazione variano a seconda delle decisioni dei singoli dirigenti scolastici. In Inghilterra, progetti come il ‘Smartphone Free Childhood’ cercano di limitare l’accesso ai social media per i minori di 16 anni e l’uso degli smartphone da parte dei bambini sotto i 14 anni.

Negli Stati Uniti, il bando per gli smartphone sta guadagnando attenzione. In California, è stato introdotto il ‘Phone Free School Act’, volto a limitare l’uso degli smartphone a scuola, basandosi su evidenze scientifiche riguardanti i rischi per la salute mentale degli studenti. Anche in Texas è stata approvata una legge che vieta l’uso dei dispositivi personali durante l’intera giornata scolastica. In Florida, il divieto si applica a tutte le scuole del sistema educativo K-12. Anche negli Stati Uniti, le scuole hanno la libertà di definire come applicare le normative.

Provvedimenti in Asia

Al di fuori dell’Europa, anche in Asia diversi Paesi hanno adottato misure contro l’uso degli smartphone nelle scuole. Nel 2021, il Ministero dell’Istruzione cinese ha vietato agli studenti delle scuole primarie e secondarie di portare dispositivi mobili senza un permesso scritto dei genitori. A Zhengzhou, è stata ulteriormente limitata l’uso dei telefoni, richiedendo consenso scritto per motivi pedagogici. In Giappone, studi hanno dimostrato che il possesso di uno smartphone in età infantile può portare a complicazioni nella vita scolastica. La città di Toyoake ha raccomandato di limitare l’uso degli smartphone a due ore al giorno.

Anche in Corea del Sud, le autorità hanno preso provvedimenti dopo che ricerche hanno evidenziato l’impatto negativo dei social media sulla vita degli studenti. È stata approvata una legge che vieta l’uso degli smartphone nelle aule, con attuazione prevista per marzo 2026. L’Australia, infine, ha introdotto nel 2024 una legge per vietare l’uso dei social media agli under 16, cercando di gestire meglio la presenza online tra i giovani e prevenire potenziali ripercussioni sulla salute mentale.

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