Nella notte del 7 settembre 2025, l’Ucraina ha subito un attacco aereo senza precedenti, caratterizzato dall’impiego di oltre 800 droni e 13 missili, causando la morte di quattro persone, tra cui un neonato di soli due mesi. La capitale, Kiev, ha visto colpito il Palazzo del Governo, un segno preoccupante dell’escalation della violenza da parte delle forze russe. Mosca ha dichiarato di aver colpito obiettivi militari, ma la devastazione ha colpito anche edifici residenziali e istituti scolastici, suscitando una forte condanna da parte della comunità internazionale.
Il contesto dell’attacco a Kiev
Il massiccio attacco aereo, verificatosi nella notte, ha avuto un impatto devastante su Kiev, dove il fumo nero si è alzato dalla storica piazza Maidan. Tra gli edifici colpiti, il Palazzo del Governo, sede del gabinetto dei ministri, situato nel distretto di Pechersk, ha subito danni significativi. Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, ha riferito che l’edificio è stato colpito da un drone, dopo che quest’ultimo era stato intercettato dalla difesa antiaerea. Fortunatamente, non ci sono stati feriti tra il personale governativo, come confermato dalla premier Yulia Svyrydenko, che ha espresso la determinazione del governo a continuare il proprio lavoro nonostante la barbarie russa.
L’attacco ha interessato anche altre città ucraine, come Zaporizhzhia e Kryvyi Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky. In totale, sono stati registrati 44 feriti, un bilancio tragico che ha ulteriormente aggravato la situazione già critica del paese. Zelensky ha descritto la Russia come un “criminale“, esprimendo la necessità di una risposta decisa da parte della comunità internazionale.
Reazioni internazionali e nuove sanzioni
Le reazioni all’attacco non si sono fatte attendere. Ursula von der Leyen ha denunciato l’atteggiamento di Vladimir Putin, definendo le sue azioni come un disprezzo per la diplomazia e il diritto internazionale. Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia per una “pace giusta“. Gli Stati Uniti, attraverso il presidente Donald Trump, hanno annunciato la possibilità di nuove sanzioni contro Mosca, con il segretario al Tesoro, Scott Bessent, che ha avvertito: “Faremo crollare l’economia russa“.
In vista del Consiglio europeo informale di ottobre a Copenaghen, l’Unione Europea sta preparando una nuova roadmap per rafforzare le difese ucraine e sostenere Kiev. Si prevede che gli Stati Uniti e l’UE collaboreranno per coordinare misure più severe, in particolare contro l’importazione di energia russa. L’obiettivo è ridurre il 20% di gas e petrolio proveniente da Mosca in due anni e utilizzare gli asset congelati russi per sostenere la ricostruzione dell’Ucraina.
Messaggi provocatori da parte dell’intelligence ucraina
In un gesto provocatorio, l’agenzia d’intelligence militare ucraina, Hur, ha celebrato il suo 33° anniversario affiggendo “biglietti d’auguri” in diverse zone di Mosca. I manifesti, che recano la scritta “la responsabilità è inevitabile“, sono stati esposti in vari luoghi pubblici, inviando un chiaro messaggio alla capitale russa.
Attacchi a Kupiansk e le aspettative di Zelensky
In un altro episodio di violenza, l’esercito russo ha bombardato la città di Kupiansk, nella regione di Kharkiv, ferendo una bambina di sei anni. La Procura regionale ha confermato l’accaduto, sottolineando la continua minaccia rappresentata dagli attacchi russi. Durante un discorso serale, Zelensky ha esortato i leader alleati a rispondere in modo deciso, affermando che le dichiarazioni devono essere seguite da “azioni forti“. Ha chiesto sanzioni più severe contro la Russia e ha sottolineato che il mondo deve prendere atto della provocazione russa.
Critiche alla presenza di rappresentanti di Ungheria e Slovacchia in Cina
Infine, il direttore generale del ministero degli Esterni estone, Jonatan Vseviov, ha criticato la presenza del primo ministro slovacco Robert Fico e del ministro degli Esterni ungherese Peter Szijjarto a Pechino. Ha descritto questo incontro come un segnale negativo nel contesto delle relazioni internazionali attuali, sottolineando la necessità di unire gli alleati e dividere gli avversari, piuttosto che il contrario.