Una corte d’appello federale ha confermato oggi, 5 febbraio 2025, che Donald Trump è obbligato a versare la somma di 83,3 milioni di dollari per diffamazione nei confronti di Jean Carroll. La Carroll, oggi 81enne, ha accusato l’ex presidente di averla stuprata negli anni novanta all’interno di un camerino di un grande magazzino a New York.
I giudici della corte hanno respinto le argomentazioni presentate dai legali di Trump, che sostenevano che la sentenza della corte suprema dello scorso anno, riguardante l’immunità presidenziale per gli atti ufficiali, impedisse di accertare la responsabilità legale nell’azione intentata dalla Carroll, ex collaboratrice di “Elle”. Gli avvocati di Trump avevano anche contestato la decisione del giudice di primo grado di emettere una sentenza prima del processo, ma questa posizione è stata respinta dalla corte d’appello.
I dettagli del caso
Dopo aver reso pubbliche le sue accuse nel 2019, Jean Carroll ha subito attacchi e insulti da parte di Trump, sia in dichiarazioni pubbliche che sui social media. In un processo separato legato a questa vicenda, Trump è stato già giudicato colpevole di abusi sessuali nei confronti di Carroll.
Nel gennaio 2024, una giuria popolare di New York ha stabilito che Trump dovesse risarcire Carroll con 83,3 milioni di dollari per diffamazione, in relazione a una negazione di un’aggressione sessuale avvenuta quasi 30 anni prima. Durante il suo mandato presidenziale, Trump ha definito le accuse di stupro avanzate dalla Carroll come menzogne. I giurati, composti da sette uomini e due donne, hanno ritenuto che le affermazioni di Trump avessero causato un danno nominale alla Carroll.
Il risarcimento di 65 milioni di dollari per la diffamazione è stato aumentato di ulteriori 18,3 milioni di dollari a causa di danni emotivi e reputazionali, portando il totale a 83,3 milioni. La giuria ha dovuto decidere se l’importo dovesse superare i 5 milioni di dollari già conferiti a Carroll in un precedente processo, dove era stato accertato che Trump aveva abusato sessualmente di lei nel 1996.
Le implicazioni legali
Questa sentenza rappresenta un importante precedente legale, poiché sottolinea la responsabilità degli individui, anche se ex presidenti, per le dichiarazioni diffamatorie. La decisione della corte d’appello potrebbe influenzare futuri casi simili, stabilendo un chiaro messaggio sulla protezione delle vittime di abusi e sulla necessità di responsabilità nel discorso pubblico.
La vicenda di Carroll e Trump continua a suscitare grande attenzione mediatica e sociale, evidenziando le questioni di abuso di potere e di responsabilità legale. La sentenza di oggi si inserisce in un contesto più ampio di discussione sui diritti delle donne e sulla necessità di garantire giustizia in casi di violenza sessuale.
La questione rimane aperta e potrebbe portare a ulteriori sviluppi legali, man mano che la società continua a confrontarsi con le tematiche del rispetto e della dignità delle vittime.