Ritorna il Festival del Film di Villa Medici con l’apertura di “Grand Ciel” di Akihiro Hata

Rosita Ponti

Settembre 10, 2025

Mercoledì 10 settembre 2025, Villa Medici a Roma accoglie la quinta edizione del Festival di Film, un evento che si distingue per la sua capacità di unire diverse forme di espressione visiva e per il dialogo tra generazioni e culture. Con oltre trenta opere provenienti da più di venti paesi, il festival si articola in tre sezioni principali: Concorso, Focus e Piazzale. Questa manifestazione non è solo una semplice rassegna cinematografica, ma rappresenta un invito a esplorare le immagini e a riflettere sulla realtà che ci circonda. Come dichiarato da Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, «Cinque edizioni negli ultimi cinque anni sono più che un indizio: sono il riflesso di un festival che ha trovato la sua dimensione, continuando a cercare di affermarsi culturalmente e geograficamente. In questa edizione, il Festival ribadisce il suo impegno: celebrare un cinema libero, plurale e innovativo.»

Proiezioni e spazi del festival

Durante il festival, le proiezioni si svolgeranno su tre schermi all’interno della Villa: il Grand Salon, la sala Michel Piccoli e il Piazzale, con un programma ricco di eventi e anteprime. Quest’anno, la giuria è composta da nomi illustri del panorama cinematografico e artistico. Tra questi, Alain Guiraudie, regista, fotografo e scrittore, noto per i suoi sette lungometraggi e le sue mostre fotografiche in Francia e all’estero; Guslagie Malanda, attrice e curatrice indipendente, che ha ricevuto una nomination al César nel 2023 come miglior promessa femminile e ha partecipato all’ultimo Festival di Cannes; e Anri Sala, artista visivo con una carriera consolidata in manifestazioni internazionali, che ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia nel 2013. Oltre ai premi ufficiali, i giurati presenteranno le loro cartes blanches, programmi speciali che riflettono i loro universi creativi. Per chi desidera conoscere tutti i dettagli, il programma completo delle proiezioni è consultabile sul sito ufficiale del festival.

Il concorso internazionale

Il fulcro del festival è il concorso internazionale, che riunisce dodici opere recenti provenienti da tutto il mondo, capaci di esplorare le tensioni, i desideri e le contraddizioni della contemporaneità attraverso linguaggi e formati diversi. La selezione è caratterizzata da una grande varietà, dove si intrecciano sguardi poetici e politici, invenzione visiva e riflessione critica, esperienze intime e tematiche sociali.

Tra le opere in concorso, spicca +10K di Gala Hernández López, un ritratto incisivo di un giovane ventunenne ossessionato dal successo e dal culto delle criptovalute, disposto a tutto pur di emergere. Un altro film francese, Bonne journée di Pauline Bastard, trasforma un laboratorio di oggetti di seconda mano in un sorprendente progetto collettivo d’arte partecipata. La pellicola Dieu est timide di Jocelyn Charles presenta un incontro in treno tra due passeggeri e una misteriosa donna, esplorando paure e confessioni. In Comment ça va?, Caroline Poggi e Jonathan Vinel immaginano un mondo privo di esseri umani, dove otto animali si prendono cura l’uno dell’altro mentre affrontano i traumi lasciati dall’umanità.

Dal Libano, Children of Darkness di Haig Aivazian esplora il potere e la memoria attraverso found footage e animazione sperimentale. Il vietnamita Nguyá»…n Lê Hoàng Phúc presenta Bury Us in a Lone Desert, un road movie toccante che narra il viaggio di un ladro e di un uomo in lutto. Igor Bezinović offre una visione irriverente della storia con Fiume o morte!, un racconto che mescola fiction e documentario sull’occupazione dannunziana di Fiume. Hemel di Danielle Dean, girato in 16mm con attori non professionisti, esplora il lato nascosto di una città inglese. O Riso e a Faca di Pedro Pinho ci porta in Africa occidentale, mentre Lloyd Wong, Unfinished di Lesley Loksi Chan riflette sul senso dell’incompiuto attraverso i materiali lasciati dall’artista sino-canadese scomparso. Infine, Paraflu di Michela de Mattei e il duo Invernomuto raccontano il ritorno del lupo nel Nord Italia, mentre The Hand That Feeds di Mtume Gant offre un intenso ritratto di un musicista hip-hop in crisi nella gelida New York.

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