La Polizia di Stato di Catania ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura interdittiva, emessa il 4 settembre 2025 dal giudice per le indagini preliminari etneo, nei confronti di un 63enne, all’epoca primario presso l’ospedale di PaternĂ² e attualmente titolare di un altro incarico nel sistema sanitario. L’uomo è indagato per violenza sessuale aggravata dal rapporto di subordinazione. Il gip ha riscontrato gravi indizi di colpevolezza in relazione a uno dei diversi episodi contestati dalla Procura, quello che coinvolge una collega medico chirurgo. Il provvedimento restrittivo è stato attuato da personale della Squadra mobile e della sezione di Polizia giudiziaria della Procura, che hanno condotto indagini approfondite.
Accuse e comportamenti del medico
Secondo le accuse, tra il 2020 e il 2024, il medico avrebbe messo in atto comportamenti espliciti volti a ottenere prestazioni sessuali da parte del personale femminile presente nella struttura ospedaliera. L’indagato avrebbe sfruttato la sua posizione di autoritĂ , creando un clima di paura nelle vittime, le quali temevano di subire ripercussioni negative sulla loro carriera professionale. I fatti si sarebbero svolti all’interno dell’ospedale durante i turni di lavoro e sarebbero stati documentati da un sistema di videoripresa. Sebbene la Procura avesse contestato piĂ¹ episodi, il gip ha ritenuto di avere elementi sufficienti per procedere solo su un caso specifico di violenza sessuale ai danni di una collega.
Dettagli sugli episodi di violenza
In particolare, durante le visite ai pazienti svolte insieme alla vittima, il 63enne avrebbe effettuato palpeggiamenti rapidi e inopportuni, accompagnati da avances di natura sessuale. La Procura di Catania ha sottolineato che in numerosi casi il comportamento del medico si sarebbe manifestato in modo tale da impedire alla vittima di sottrarsi o di difendersi, rendendo difficile l’espressione di dissenso. Gli episodi di violenza si sarebbero verificati da dicembre 2018 fino a settembre 2024.
Provvedimenti e reazioni della Procura
A causa della gravitĂ delle accuse e della presenza di piĂ¹ vittime, la Procura aveva richiesto la custodia cautelare in carcere per il medico. Tuttavia, il gip ha rifiutato questa richiesta, decidendo di applicare una misura interdittiva di sospensione dalle funzioni pubbliche per un periodo di dodici mesi, applicabile a ospedali e strutture sanitarie pubbliche o a partecipazione pubblica. La Procura ha annunciato di voler impugnare il provvedimento.