Una terapia innovativa con anticorpi promette di rallentare il glioblastoma

Rosita Ponti

Settembre 10, 2025

Un gruppo di ricercatori di rilevanza internazionale, sotto la guida di Fabio Mammano, docente di Fisica e Astronomia presso l’Università di Padova e associato all’Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare del CNR (CNR-IBBC), ha messo a punto una nuova terapia a base di anticorpi, dimostrando la sua efficacia nel rallentare la crescita del glioblastoma, il tumore cerebrale più aggressivo negli adulti. La ricerca, condotta nel 2025, si è concentrata su un approccio innovativo per affrontare questa forma di cancro.

Il trattamento e i suoi effetti

Oltre a contrastare la progressione del tumore, il trattamento sviluppato dal team di Mammano ha mostrato la capacità di ridurre l’iperattività neuronale, una condizione frequentemente associata a crisi epilettiche nei pazienti affetti. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Cell Communication and Signaling“, ha identificato un bersaglio molecolare specifico: i canali emisomici delle connessine, che risultano iperattivi nei tumori e rilasciano segnali pro-tumorali come l’Adenosina Trifosfato (ATP) e il glutammato, molecole cruciali per la crescita e la proliferazione cellulare.

Utilizzando colture cellulari derivate da pazienti e un modello murino rappresentativo della malattia, i ricercatori hanno testato un anticorpo monoclonale denominato “abEC1.1“, capace di bloccare selettivamente alcune connessine. I risultati ottenuti hanno evidenziato una significativa riduzione nella migrazione e nell’invasività delle cellule tumorali, un’inibizione del rilascio di ATP e glutammato, una diminuzione sostanziale del volume tumorale e un aumento della sopravvivenza nei topi utilizzati per l’esperimento. Inoltre, è stata osservata una normalizzazione dell’attività sinaptica anomala indotta dal tumore.

Un approccio innovativo alla terapia

Fabio Mammano ha commentato i risultati, affermando che è la prima volta che un anticorpo terapeutico riesce a contrastare simultaneamente la crescita del glioblastoma e l’iperattività neuronale provocata dal tumore nei tessuti circostanti. Questo approccio rappresenta un passo avanti verso nuove strategie terapeutiche che si concentrano non solo sulle cellule tumorali, ma anche sulle loro interazioni patologiche con l’ambiente cerebrale.

L’anticorpo è stato somministrato sia come proteina purificata, sia attraverso terapia genica utilizzando vettori virali AAV (virus adeno-associati). Questa modalità potrebbe consentire effetti terapeutici duraturi con una sola somministrazione. La tecnologia sviluppata è attualmente oggetto di brevetto, co-titolato tra l’Università di Padova, il CNR, l’Università di Milano e la ShanghaiTech University. La ricerca è stata condotta in collaborazione con istituzioni accademiche in Italia e Cina e ha ricevuto finanziamenti dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Prin), dalla Fondazione Cariparo, dalla Fondazione Giovanni Celeghin, dalla ShanghaiTech University e dalla Fondazione Umberto Veronesi.

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