L’inquinamento delle acque fluviali rappresenta una minaccia seria per la salute pubblica, e il progetto di rendere il Tevere balneabile entro cinque anni comporterà notevoli sforzi per garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini. Questa affermazione proviene dalla Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale, in risposta all’annuncio del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha espresso la sua intenzione di permettere la balneazione nel fiume.
Rischi per la salute umana
Il presidente della Sima, Alessandro Miani, ha sottolineato i gravi rischi per la salute umana legati all’inquinamento del Tevere e delle acque interne. “La presenza di batteri fecali nelle acque, come ad esempio l’Escherichia coli, può causare infezioni gastrointestinali, manifestandosi con sintomi quali diarrea e vomito,” ha dichiarato Miani. Ha inoltre messo in guardia riguardo ai rischi di infezioni cutanee e oculari derivanti dal contatto con l’acqua contaminata, che possono portare a eruzioni cutanee e infezioni oculari.
Malattie e inquinanti chimici
Un altro aspetto preoccupante è rappresentato dalla leptospirosi, una malattia causata da batteri presenti nelle urine di animali come ratti e topi. I sintomi di questa malattia comprendono febbre alta, mal di testa e dolori muscolari. Miani ha anche richiamato l’attenzione sugli inquinanti chimici presenti nelle acque fluviali, come metalli pesanti e pesticidi, i cui effetti nocivi sulla salute si manifestano nel lungo termine, rendendo necessario un intervento decisivo per affrontare queste problematiche.
Piano di monitoraggio e bonifica
La Sima ha quindi evidenziato l’importanza di un piano efficace per il monitoraggio e la bonifica delle acque del Tevere, per garantire non solo la possibilità di balneazione, ma anche la salute e il benessere della popolazione romana. Con le giuste misure, è possibile sperare in un futuro in cui il Tevere possa tornare a essere un luogo sicuro per la comunità , ma ciò richiederà un impegno significativo da parte delle autorità competenti.