Dal Politecnico di Milano arriva un kit innovativo per l’emorragia post-parto

Veronica Robinson

Settembre 11, 2025

Un’innovazione che potrebbe rivelarsi decisiva per le neomamme in situazioni di emergenza sanitaria sta per entrare nella fase cruciale della sperimentazione clinica. Si tratta di un dispositivo medico a basso costo, concepito per affrontare l’emorragia post-parto, sviluppato nell’ambito del progetto BAMBI (Balloon against maternal bleeding) da un team di esperti del Politecnico di Milano. Questo dispositivo è pronto per essere testato su pazienti, segnando un passo importante verso la sua implementazione.

Ideazione del progetto

L’idea alla base del progetto è stata concepita da Alberto Zanini, un ginecologo con un passato da primario dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia presso l’ospedale Sacra Famiglia di Erba. Durante le sue esperienze di volontariato in vari Paesi dell’Africa e del Sud-Est asiatico, ha potuto osservare in prima persona l’alta mortalità materna e ha deciso di agire. Per realizzare la sua intuizione, ha collaborato con il Politecnico di Milano, dove un team multidisciplinare composto da esperti dei dipartimenti di Chimica, materiali e ingegneria chimica ‘Giulio Natta’, di Meccanica e di Design ha lavorato al progetto.

Caratteristiche del dispositivo

Il dispositivo BAMBI rappresenta una soluzione ingegneristica innovativa, caratterizzata da facilità d’uso e rapidità di applicazione, oltre a essere economicamente accessibile. Il prototipo include un kit con componenti facilmente reperibili anche in contesti con risorse limitate, integrati da un connettore innovativo brevettato che garantisce la sicurezza e la semplicità di assemblaggio. In caso di emorragia uterina dopo il parto, la sonda viene inserita all’interno dell’utero e il coprisonda, collegato tramite il connettore, viene gonfiato con una soluzione salina, creando un palloncino in grado di fermare le perdite di sangue dall’interno.

Impegno sociale e diffusione

La coordinatrice scientifica del progetto, Maria Laura Costantino, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è rendere questo dispositivo disponibile ovunque sia necessario, anche nei contesti più vulnerabili, grazie a un approccio ingegneristico essenziale e orientato all’accessibilità. Abbiamo deciso di rinunciare alle royalty sul brevetto per massimizzarne la diffusione”. Questo approccio sociale sottolinea l’impegno del team di ricerca nel garantire che la tecnologia possa essere utilizzata laddove è più necessaria, contribuendo così a salvare vite umane in situazioni critiche.

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