In Costa Smeralda si utilizza il pos in spiaggia per vendere griffe contraffatte

Rosita Ponti

Settembre 11, 2025

Diciotto individui sono stati denunciati per contraffazione e ricettazione nel corso degli ultimi tre mesi. Le operazioni, condotte dai baschi verdi del Gruppo di Olbia, si sono intensificate con l’arrivo della stagione estiva, mirate a contrastare la vendita di prodotti contraffatti lungo le spiagge e nei centri abitati della Costa Smeralda. Queste attività di controllo economico, avviate dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Sassari, hanno portato al sequestro di ben 4.300 articoli falsificati.

Attività di controllo e beni confiscati

Tra i beni confiscati, oltre tremila pezzi comprendenti orologi, gioielli, accessori e articoli di pelletteria hanno mostrato marchi di alcuni dei più celebri brand della moda internazionale. I controlli, potenziati lungo la fascia costiera, hanno esteso la loro attenzione anche all’hinterland gallurese, dove è stata scoperta una significativa quantità di merce contraffatta in un deposito. All’interno di questo luogo, i militari hanno trovato più di 1.700 capi falsificati.

Sequestro e operazioni di monitoraggio

Il sequestro è avvenuto durante un servizio di monitoraggio economico del territorio, quando gli agenti del Gruppo di Olbia hanno notato movimenti sospetti lungo la strada statale Olbia-Arzachena. Durante l’operazione, hanno sorpreso una donna straniera all’interno di un edificio, presumibilmente utilizzato come “base logistica” per il commercio illegale. I prodotti sequestrati si sono rivelati di alta qualità, presentando un packaging curato, completo di etichette, garanzie al consumatore e addirittura QR Code abilmente falsificati.

Metodi di pagamento e accertamenti

La sofisticazione degli illeciti non si è limitata ai prodotti, ma si è estesa anche ai metodi di pagamento. In alcune circostanze, i militari hanno trovato i “commercianti del falso” equipaggiati con Pos portatile contactless, simili a quelli utilizzati da normali esercizi commerciali. Attualmente, sono in corso accertamenti per quantificare il numero e il volume delle transazioni effettuate tramite questi dispositivi, con l’obiettivo di verificare se i profitti illeciti siano stati trasferiti su conti esteri.

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