Un innovativo dispositivo a ultrasuoni, progettato per trattare il Parkinson, si propone di modulare l’attività neurale in specifiche aree del cervello, affrontando così i tremori caratteristici di questa malattia. La ricerca, pubblicata su Nature Communications, evidenzia come questo caschetto possa colpire regioni cerebrali di dimensioni molto ridotte, potenzialmente sostituendo metodi invasivi come la stimolazione cerebrale profonda.
Il dispositivo, sviluppato da un team di ricercatori dell’Università di Oxford, ha anche mostrato promettenti applicazioni in altre patologie, tra cui la depressione, la sindrome di Tourette, il dolore cronico, l’Alzheimer e le dipendenze. L’autrice principale della ricerca, Ioana Grigoras, sottolinea il potenziale di questo approccio innovativo.
Il funzionamento del caschetto a ultrasuoni
Il caschetto a ultrasuoni è dotato di 256 sorgenti che si adattano a uno scanner per risonanza magnetica, permettendo di inviare impulsi meccanici al cervello. Questo sistema rappresenta un notevole passo avanti, poiché riesce a colpire aree cerebrali fino a 30 volte più piccole rispetto ai dispositivi precedenti dedicati alla stimolazione cerebrale profonda. Per testare l’efficacia di questo approccio, i ricercatori hanno coinvolto sette volontari, indirizzando onde ultrasoniche verso una piccola regione neurale, grande quanto un chicco di riso, situata nel ‘nucleo genicolato laterale‘ (LGN). Questa area è fondamentale per il trattamento delle informazioni visive che viaggiano dagli occhi al cervello.
Risultati e prospettive future
Charlotte Stagg, un’altra delle ricercatrici coinvolte dello stesso ateneo, ha dichiarato che “le onde hanno raggiunto il loro bersaglio con una precisione notevole”. Gli esperimenti condotti hanno dimostrato che la modulazione dell’LGN ha generato effetti duraturi nella corteccia visiva, contribuendo a ridurre la sua attività . L’obiettivo finale è applicare questa stessa tecnica nei pazienti affetti da Parkinson, mirando a un’area cruciale per il controllo motorio, al fine di eliminare i tremori.
Le implicazioni di questa ricerca potrebbero rivoluzionare il trattamento del Parkinson e di altre malattie neurologiche, aprendo la strada a terapie meno invasive e più efficaci. Il potenziale del caschetto a ultrasuoni rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui le malattie del sistema nervoso centrale possano essere affrontate con maggiore precisione e minori effetti collaterali.