Telemedicina: avvio della piattaforma nazionale, ma il 42% delle Regioni è impreparato

Veronica Robinson

Settembre 11, 2025

AMSI, UMEM, AISC NEWS e UNITI PER UNIRE hanno espresso soddisfazione per l’approvazione del decreto che istituisce la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) durante la Conferenza Stato Regioni. Tuttavia, le associazioni avvertono che è necessario affrontare le disparità regionali e migliorare le condizioni per i professionisti del settore sanitario. Il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI, ha sottolineato che, sebbene il decreto rappresenti un progresso significativo, è fondamentale garantire un impegno concreto per ridurre le disuguaglianze esistenti.

Analisi delle carenze nei servizi di telemedicina

Un’analisi congiunta di AISC NEWS, AMSI, UNITI PER UNIRE e UMEM ha rivelato che il 42% delle Regioni italiane presenta gravi carenze nell’attivazione di servizi di telemedicina. Solo sei Regioni, tra cui Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Lazio e Piemonte, hanno implementato piattaforme parzialmente integrate con il Fascicolo Sanitario Elettronico. Al Sud e nelle Isole, la copertura dei servizi minimi di telemedicina, come televisita e telemonitoraggio, è allarmantemente bassa, con una media del 28%, rispetto al 71% del Centro-Nord. In Campania e Sicilia, meno del 20% delle strutture pubbliche ha accesso a sistemi di telemonitoraggio attivi, mentre in Emilia-Romagna la percentuale raggiunge l’82%. Inoltre, solo nove Regioni su venti hanno adottato protocolli di sicurezza informatica adeguati per l’accesso integrato.

Opportunità e rischi della telemedicina

Il Prof. Aodi ha evidenziato come la telemedicina possa rappresentare un’opportunità significativa per affrontare la gestione delle cronicità e ridurre le liste d’attesa. Tuttavia, ha avvertito che senza investimenti adeguati e una rete infrastrutturale solida, il divario tra Nord e Sud potrebbe amplificarsi. Aodi ha proposto diverse misure per migliorare l’implementazione della telemedicina, tra cui report trimestrali sull’implementazione della PNT e un fondo dedicato per il Sud e le Isole, al di fuori del budget ordinario del Servizio Sanitario.

Valorizzazione dei professionisti sanitari

La telemedicina, pur essendo un progresso necessario, non può sostituire il valore del professionista sanitario. È essenziale investire nelle persone che forniscono assistenza, garantendo loro dignità e riconoscimento. Aodi ha sottolineato che senza una valorizzazione economica e contrattuale adeguata, il sistema sanitario rischia di diventare fragile. Le storiche battaglie di AMSI mirano a garantire che i professionisti, italiani e di origine straniera, siano inclusi in percorsi di carriera e valorizzazione.

Necessità di tutele e apertura internazionale

Il Prof. Aodi ha anche evidenziato l’importanza di migliorare le normative riguardanti la responsabilità medica e l’aspetto legale della telemedicina. È fondamentale garantire che i servizi minimi siano erogati uniformemente in tutto il Paese, tutelando i professionisti della sanità. La telemedicina potrebbe contribuire a ridurre le liste d’attesa e migliorare le condizioni lavorative del personale sanitario. Aodi ha invitato a promuovere la cooperazione internazionale attraverso la telemedicina, insegnando buone pratiche ai colleghi di Paesi in difficoltà.

Impegno per il futuro della telemedicina in Italia

AMSI, UMEM, AISC NEWS e UNITI PER UNIRE hanno ribadito il loro impegno a collaborare con le istituzioni, in particolare con il Ministero della Salute e Agenas, per garantire che la Piattaforma Nazionale di Telemedicina non rimanga solo una promessa, ma diventi una realtà concreta per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro residenza o condizione sociale.

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