Infezioni ospedaliere: entra in vigore la nuova normativa sui disinfettanti

Veronica Robinson

Settembre 12, 2025

In Italia, ogni anno si registrano tra 500.000 e 700.000 casi di pazienti che contraggono un’infezione durante il ricovero ospedaliero, un fenomeno che rappresenta il 5-8% del totale dei ricoveri. Le conseguenze di queste infezioni sono gravi, includendo complicanze come la sepsi, un aumento della mortalità, prolungamenti delle degenze e costi socio-sanitari in costante crescita. Per affrontare questa problematica, dal 31 agosto 2025, gli ospedali italiani sono tenuti a utilizzare esclusivamente specialità medicinali destinate alla disinfezione della cute integra prima di qualsiasi procedura sanitaria. Questa misura è parte integrante della strategia di prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (Ica).

Questa novità è stata introdotta dal Decreto direttoriale del Ministero della Salute datato 29 marzo 2023, che ha previsto la revoca delle autorizzazioni ai presidi medico-chirurgici. L’obiettivo di questa decisione è quello di rafforzare la sicurezza dei pazienti in ambito ospedaliero, in conformità con il Regolamento europeo sui biocidi (n.528/2012).

Massimo Sartelli, presidente della Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (Simpios), ha sottolineato l’importanza del decreto, dichiarando che rappresenta un passo avanti significativo per la sicurezza dei pazienti. Sartelli ha evidenziato come l’introduzione di tracciabilità e controlli più rigorosi sui prodotti per l’antisepsi sia fondamentale. Tuttavia, ha anche avvertito che la vera sfida consisterà nel garantire una transizione sostenibile per il sistema sanitario.

La sepsi è una delle complicazioni più gravi che possono derivare dalle infezioni contratte in ospedale, con circa 50.000 casi all’anno in Italia e una mortalità stimata tra il 3% e l’8%. Sartelli ha ribadito che ogni accesso medico-chirurgico deve essere preceduto da un’accurata disinfezione della “porta d’ingresso” per prevenire la contaminazione dei dispositivi medici. La clorexidina, una molecola considerata sicura ed efficace, è da decenni un cardine dell’antisepsi.

Attualmente, si registra una ridotta disponibilità di specialità medicinali a base di clorexidina al 2% in soluzione alcolica, che è considerata il gold standard. Pertanto, le scelte cliniche in questa fase devono basarsi su evidenze scientifiche che dimostrano che anche le soluzioni alcoliche di clorexidina con concentrazioni inferiori al 2% possono rappresentare un’alternativa efficace e sicura, adattandosi a specifici setting e profili di rischio dei pazienti.

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