Omicidio della ex moglie: la sentenza di Torino suscita polemiche per le motivazioni.

Veronica Robinson

Settembre 12, 2025

Il giudice del tribunale di Torino, Paolo Gallo, ha emesso una sentenza controversa riguardante un caso di maltrattamenti, suscitando un ampio dibattito sull’interpretazione della violenza domestica. Le motivazioni della sentenza, rivelate in anticipo da La Stampa, riguardano un episodio di violenza avvenuto il 28 luglio 2022, durante il quale un uomo ha aggredito la sua ex compagna, Lucia Regna, di 44 anni. L’aggressione ha avuto esiti devastanti, lasciando la donna con il volto ricostruito attraverso l’inserimento di 21 placche di titanio e un nervo oculare lesionato.

Interpretazione della sentenza

Secondo il giudice Gallo, l’episodio non è da considerarsi un “accesso d’ira immotivato“, bensì uno “sfogo riconducibile alla logica delle relazioni umane“. Il magistrato ha sostenuto che la donna abbia “sfaldato un matrimonio ventennale” comunicando la separazione in modo brusco. Gli insulti e le minacce rivoltele – tra cui espressioni come “pu…a“, “non vali…“, “ti ammazzo” – sono stati considerati dal giudice come frasi che si inseriscono nel contesto della crisi della relazione, definendole “umanamente comprensibili“.

Reazioni alla sentenza

La sentenza ha portato a una condanna di un anno e sei mesi per lesioni, mentre il pubblico ministero Barbara Badellino aveva richiesto una pena di quattro anni e mezzo. L’avvocato di parte civile, Annalisa Baratto, ha espresso la sua indignazione, affermando che la sentenza “viviseziona e mortifica la vittima“, mostrando invece indulgenza verso l’aggressore.

Iniziativa dei figli

In risposta alla sentenza, i due figli di Lucia Regna hanno intrapreso un’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere. Lo scorso 25 novembre, hanno affisso presso la loro scuola una foto del volto tumefatto della madre, accompagnata dalla scritta “Donne, denunciate subito“. L’avvocato della difesa, Giulio Pellegrino, ha descritto la decisione del giudice come un “caso esemplare di attenzione e rigore nell’analisi dei fatti e delle prove”, sottolineando la complessità della situazione.

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