Smog, cambiamenti climatici e microplastiche sono tra i principali fattori che minacciano la salute respiratoria dei bambini in Italia. Secondo i dati forniti dai pediatri della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri), durante il congresso nazionale tenutosi a Verona nel 2025, si stima che un bambino su quattro soffra di bronchite asmatica, uno su tre di rinite allergica e uno su dieci di asma. La presidente della Simri, Stefania La Grutta, ha messo in guardia sull’impatto negativo dell’inquinamento e di sostanze tossiche come PFAS e ftalati sullo sviluppo polmonare, già a partire dai primi giorni di vita.
La gravità dell’inquinamento atmosferico
Un dato allarmante è che oltre il 90% della popolazione mondiale respira aria contaminata. Nel 2021, l’inquinamento atmosferico ha portato a 8,1 milioni di decessi a livello globale, con ben 700.000 di queste morti tra bambini di età inferiore ai cinque anni, soprattutto in paesi a basso reddito. La situazione continua a deteriorarsi, rendendo urgente l’intervento.
“I bambini sono particolarmente vulnerabili”, ha sottolineato La Grutta, evidenziando che i più piccoli assorbono una maggiore quantità di inquinanti rispetto agli adulti, a causa del loro peso corporeo ridotto. Inoltre, il loro sistema respiratorio è ancora in fase di sviluppo e la capacità di termoregolazione è limitata, rendendoli più sensibili alle infezioni. Questo contesto richiede una maggiore attenzione alle condizioni ambientali in cui i bambini vivono.
I rischi presenti negli ambienti domestici
La casa, dove i bambini trascorrono fino al 90% del loro tempo, può nascondere numerosi rischi. Fattori come il fumo passivo, l’uso di stufe, spray, vernici, muffe e detergenti aggressivi rappresentano fonti di esposizione spesso sottovalutate. Giovanni Viegi, pneumologo ed epidemiologo del CNR, ha suggerito che con semplici accorgimenti quotidiani, come arieggiare gli ambienti e utilizzare la cappa in cucina, è possibile ridurre i rischi per la salute respiratoria dei più giovani.
Inoltre, le micro e nanoplastiche sono state rinvenute nel sangue, nei polmoni e persino nella placenta, come ha spiegato Giacomo Toffol, pediatra di famiglia dell’Ulss 2 Veneto. Queste particelle invisibili possono trasportare sostanze tossiche, inclusi ftalati e metalli pesanti, con potenziali effetti dannosi sullo sviluppo fetale e sul sistema endocrino.
Stili di vita e disuguaglianze sociali
La qualità dell’aria respirata dai bambini, il cibo consumato e l’attività fisica svolta sono fattori determinanti per la salute, già dai primi mesi di vita. Maria Elisa Di Cicco, ricercatrice di Pediatria all’Università di Pisa, ha sottolineato che non si tratta solo di genetica o medicina, ma che anche gli stili di vita giocano un ruolo cruciale.
Le disuguaglianze sociali contribuiscono ulteriormente a questo quadro preoccupante. Coloro che vivono in aree più inquinate o in abitazioni malsane presentano una maggiore probabilità di sviluppare asma e infezioni. La Simri ha quindi lanciato un appello per una nuova visione della medicina, proponendo un approccio di “medicina ambientale” che non si limiti a curare i sintomi, ma che riconosca e prevenga le cause ambientali delle malattie respiratorie.