Il 2025 segna un momento cruciale nella storia politica del Brasile, con la Corte Suprema che ha emesso una sentenza storica nei confronti dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Il 27 settembre, la Corte ha condannato Bolsonaro a 27 anni e tre mesi di reclusione per il tentativo di sovvertire l’ordine democratico dopo la sua sconfitta alle elezioni del 2022. Questa decisione rappresenta un precedente significativo, poiché lo rende il primo ex capo di Stato brasiliano riconosciuto colpevole di aver minacciato la democrazia.
Sentenza e reazioni popolari
La sentenza è stata approvata con il voto favorevole di quattro giudici su cinque, evidenziando l’importanza e la gravità delle accuse mosse contro Bolsonaro. A Brasilia e Rio de Janeiro, la notizia ha scatenato un’ondata di festeggiamenti tra i cittadini, che si sono riuniti in piazza per esprimere la loro gioia. Canti, balli e sventolio di bandiere hanno caratterizzato le celebrazioni, mentre i sostenitori di Bolsonaro hanno denunciato quella che definiscono una persecuzione politica, promettendo di fare ricorso anche a livello internazionale.
Reazioni internazionali
La reazione degli Stati Uniti è stata immediata e significativa. Il presidente Joe Biden ha espresso il suo disappunto per la condanna, definendola “una cosa terribile”, mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha descritto la situazione come una “caccia alle streghe” nei confronti dell’ex presidente. Queste dichiarazioni hanno suscitato una risposta ferma da parte del governo brasiliano, con il ministro degli Esteri che ha affermato che il Brasile non si lascerà intimidire da pressioni esterne.
Implicazioni per la democrazia
La condanna di Jair Bolsonaro segna un capitolo importante nella lotta per la democrazia in Brasile e mette in luce le tensioni tra le istituzioni locali e le reazioni internazionali. Con il paese diviso tra sostenitori e oppositori dell’ex presidente, il futuro politico del Brasile rimane incerto, mentre i cittadini continuano a mobilitarsi per difendere i principi democratici.