Caso Manuela Murgia: rinvenute 80 tracce di Dna maschile durante le indagini

Rosita Ponti

Settembre 14, 2025

Il rinvenimento di tracce di dna maschile potrebbe modificare radicalmente le circostanze legate alla morte di Manuela Murgia, avvenuta il 4 febbraio 1995. La giovane, all’epoca appena sedicenne, fu trovata priva di vita all’interno della necropoli di Tuvixeddu, nei pressi di Cagliari. Inizialmente, la vicenda fu archiviata come un suicidio, ma la famiglia non ha mai accettato questa versione. Dopo tre decenni, la riapertura dell’inchiesta ha portato alla luce nuove evidenze che potrebbero rappresentare una svolta decisiva.

Nuove prove scientifiche

Nel mese di luglio 2025, è emerso che sugli indumenti indossati da Manuela il giorno della sua morte sono state trovate tracce di sangue e di materiale biologico. Le analisi condotte da esperti nominati dalle parti coinvolte hanno confermato la presenza di dna maschile su diversi capi di abbigliamento della giovane, tra cui jeans, giubbotto, slip e reggiseno. In totale, sono stati raccolti ben 80 campioni riconducibili a dna maschile, un dato che solleva interrogativi sulla versione ufficiale dei fatti.

Questa nuova evidenza scientifica potrebbe suggerire che la morte di Manuela non sia stata un atto volontario, come inizialmente ritenuto. La famiglia, che ha sempre nutrito dubbi sull’archiviazione del caso, ha accolto con favore il riapertura dell’indagine, sperando che le nuove analisi possano portare a una verità più chiara e giusta. Gli esperti stanno ora lavorando per identificare il profilo genetico, che potrebbe rivelare informazioni cruciali riguardo alla presenza di altre persone sulla scena del crimine.

Il contesto della vicenda

La morte di Manuela Murgia ha suscitato un gran numero di speculazioni e discussioni nel corso degli anni. All’epoca, la vicenda attirò l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, ma l’archiviazione del caso come suicidio ha lasciato molte domande senza risposta. La famiglia ha lottato per decenni per ottenere giustizia, chiedendo la riapertura dell’inchiesta e la revisione delle prove.

Oggi, con l’emergere di queste nuove evidenze, la situazione potrebbe cambiare radicalmente. Se il dna maschile dovesse essere identificato e collegato a un sospetto, le autorità potrebbero dover riconsiderare l’intera vicenda. Questo caso rappresenta un esempio di come le tecnologie moderne possano contribuire a far luce su eventi del passato, offrendo nuove possibilità di giustizia per le famiglie delle vittime.

Le indagini continuano, e gli sviluppi futuri saranno seguiti con attenzione sia dalla famiglia Murgia che dall’opinione pubblica, in attesa di una verità che possa finalmente fare giustizia a Manuela.

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