Il caso di Chiara Poggi, uccisa nel 2007, continua a far parlare di sé, con nuovi sviluppi che potrebbero cambiare il corso delle indagini. Recentemente, sono emerse otto nuove impronte parziali, raccolte attraverso una sofisticata strumentazione, ora al vaglio degli esperti. Queste impronte sono state identificate su un sacchetto di cereali e su uno contenente rifiuti, rinvenuti durante un incidente probatorio a Pavia, tre giorni fa, sotto la supervisione della giudice Daniela Garlaschelli. La procura, guidata da Fabio Napoleone, sta indagando sull’ipotesi che l’amico del fratello di Chiara, Andrea Sempio, sia coinvolto nell’omicidio, insieme ad altre persone.
Il maxi accertamento e le nuove evidenze
Il 25 settembre 2025 rappresenta una data significativa nel processo di riesame delle prove. Domenico Marchegiani, un esperto dattiloscopista, ha effettuato un’analisi dettagliata delle impronte rinvenute, documentando fotograficamente le tracce papillari. Questo passaggio è cruciale per la riapertura del caso, nonostante Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, sia già stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio. La nuova indagine mira a chiarire eventuali responsabilità di Sempio e delle altre persone coinvolte.
Le impronte sono state riprodotte grazie a tecnologie avanzate e sono ora sotto esame per determinare se possano essere confrontate con quelle già disponibili. Queste ultime includono le impronte di Chiara, raccolte durante l’autopsia, e quelle di tutti coloro che si trovavano sulla scena del crimine prima dell’omicidio, avvenuto il 13 agosto 2007. La valutazione delle impronte potrebbe rivelarsi decisiva per le indagini in corso.
Prossimi passi e controversie sul DNA
Il materiale raccolto sarà inviato all’ausiliario tecnico, un esperto dell’ufficio di polizia scientifica di Torino, per un’analisi approfondita. Tuttavia, l’invio è previsto solo dopo il 26 settembre, quando la giudice Garlaschelli convocherà le parti per discutere la richiesta di proroga dell’incidente probatorio e le modalità di proseguimento delle analisi. Un punto cruciale rimane la questione dei profili di DNA trovati sotto le unghie della vittima. Uno di questi, secondo l’accusa, potrebbe appartenere a Sempio, ma i legali di Stasi e i consulenti dell’indagato contestano questa affermazione, sottolineando che il materiale genetico non è sufficiente per giungere a conclusioni definitive.
Le pressioni mediatiche e le reazioni familiari
Il clima attorno al caso è teso, come dimostra il racconto di Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, che ha rivelato di aver ricevuto una lettera anonima carica di insulti e minacce. La missiva, inviata in una busta non timbrata, contiene frasi inquietanti, tra cui l’affermazione che “il diavolo è entrato nella vostra casa”. Questo episodio evidenzia la pressione esercitata dall’opinione pubblica, che ha già etichettato la famiglia di Sempio come “assassini di Garlasco”.
La vicenda continua a suscitare interesse e dibattito, con nuovi sviluppi che potrebbero portare a una revisione delle responsabilità e delle prove nel caso di Chiara Poggi. La prossima udienza sarà fondamentale per determinare la direzione futura delle indagini e l’eventuale coinvolgimento di nuove figure nel processo.