Deceduta dopo 40 ore di attesa al pronto soccorso, l’autopsia su Cristina Pagliarulo: “Ritardi letali”

Veronica Robinson

Settembre 15, 2025

Cristina è stata ricoverata presso l’ospedale nella notte del 3 marzo 2025, intorno alle 3:05. Tuttavia, solo dopo dieci ore le è stata eseguita una tac addominale completa, che ha rivelato un “esteso addensamento del tessuto mesenteriale”, come indicato nel referto medico. Nonostante i risultati della tomografia, i medici, tra cui sette attualmente sotto inchiesta, non hanno riconosciuto i segni di un’ischemia intestinale. Solo dopo 40 ore di attesa in pronto soccorso è stata diagnosticata una necrosi in atto accompagnata da emorragia massiva.

Dettagli dell’autopsia

Il referto dell’autopsia, presentato in esclusiva a “Fuori dal Coro”, sottolinea che “se la paziente fosse stata operata entro sei ore dall’insorgenza dei sintomi, si sarebbe potuto prevenire l’ischemia intestinale e, di conseguenza, la necrosi diffusa”. La relazione evidenzia come il ritardo nell’intervento chirurgico abbia superato il margine di errore accettabile, configurando una responsabilità chiaramente colposa. Inoltre, viene affermato che il legame tra il ritardo nell’operazione e il decesso della paziente è supportato da evidenze scientifiche.

Indagini in corso

Le indagini attualmente in corso mirano a chiarire le responsabilità dei medici coinvolti nella gestione del caso di Cristina. La situazione ha sollevato interrogativi sulla prassi medica e sull’importanza di un intervento tempestivo in casi di emergenza, come quelli legati a condizioni critiche come l’ischemia intestinale. La comunità medica e i familiari di Cristina attendono ora risposte e giustizia per quanto accaduto.

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