A fronte di un panorama preoccupante, il tema della sicurezza degli edifici in Italia emerge con forza nel 2025. Non si tratta solo dell’assenza del certificato di agibilità, ma si evidenzia un dato allarmante: il 55% degli edifici non ha nemmeno il collaudo statico. Questa condizione rappresenta un grave rischio, in particolare se si considera che solamente il 15% delle scuole è stato costruito o adattato secondo le normative antisismiche nelle aree a maggiore pericolo di terremoto.
Le eccezioni positive nel panorama edilizio
Nonostante il quadro generale sia desolante, si segnalano alcune eccezioni positive che meritano attenzione. Cinque amministrazioni comunali, precisamente Benevento, Cosenza, Fermo, Gorizia e Udine, hanno intrapreso significativi interventi di adeguamento sismico. Queste azioni rappresentano un passo avanti nella lotta contro l’insicurezza degli edifici, in un contesto dove la maggior parte delle amministrazioni sembra trascurare tali necessità.
Impegno delle amministrazioni locali
In aggiunta, altre tredici amministrazioni, tra cui Agrigento, Ancona, Avellino, Brescia, Cesena, Forlì, Frosinone, Gorizia, Napoli, Pordenone, Rieti, Siracusa e Teramo, hanno completato tutte le verifiche di vulnerabilità. Questi comuni si distinguono per aver preso sul serio la questione della sicurezza edilizia, dimostrando un impegno che dovrebbe essere la norma piuttosto che l’eccezione.
Criticità nel sistema di controllo
Tuttavia, il fatto che queste amministrazioni siano così poche solleva interrogativi sul sistema di controllo e sulla gestione delle risorse. Se le azioni virtuose sono percepite come un eccesso di zelo, è evidente che ci sono lacune significative nel sistema complessivo. La possibilità di elencare tutte le amministrazioni virtuose in poche righe evidenzia una situazione che non può essere considerata accettabile. È fondamentale che le autorità competenti rivedano le politiche di sicurezza e adeguamento, affinché la protezione dei cittadini non sia un’opzione, ma un obbligo.