La dichiarazione di Draghi sull’Europa: “L’inazione mette a rischio competitività e sovranità”

Veronica Robinson

Settembre 16, 2025

A un anno dalla presentazione del Rapporto Draghi, l’ex presidente del Consiglio italiano e della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha espresso preoccupazioni sulla situazione attuale dell’Europa. Durante una conferenza tenutasi a Bruxelles nel mese di marzo 2025, Draghi ha affermato che il modello di crescita europeo “si sta dissolvendo”, evidenziando un aumento delle vulnerabilità e l’assenza di un piano chiaro per finanziare gli investimenti necessari. Ha sottolineato che questa mancanza di azione non solo minaccia la competitività del continente, ma anche la sua sovranità.

Il rapporto Draghi e le sfide per l’europa

Nel suo intervento, Mario Draghi ha delineato tre punti chiave per il futuro dell’Europa: colmare il divario di innovazione nelle tecnologie avanzate, tracciare un percorso di decarbonizzazione per sostenere la crescita economica e rafforzare la sicurezza economica. Questi obiettivi, come ha ribadito la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sono centrali nell’agenda dell’Unione Europea. Tuttavia, Draghi ha evidenziato una crescente frustrazione tra cittadini e imprese, che percepiscono una lentezza nell’azione dell’UE. “Sono delusi dalla nostra incapacità di tenere il passo con i cambiamenti globali”, ha dichiarato, esprimendo preoccupazione per la mancanza di consapevolezza da parte dei governi riguardo alla gravità del momento attuale. Ha messo in evidenza come spesso si cerchino scuse per giustificare questa lentezza, con l’inerzia talvolta presentata come rispetto dello Stato di diritto.

Draghi ha avvertito che i concorrenti statunitensi e cinesi sono molto meno vincolati da normative complesse, e ha sottolineato che continuare a operare come si è sempre fatto porta inevitabilmente a rimanere indietro. Ha esortato a un cambiamento di approccio, richiedendo una maggiore velocità, portata e intensità nelle azioni intraprese. “È fondamentale agire in modo coeso, non frammentare gli sforzi”, ha affermato, aggiungendo che è essenziale concentrare le risorse dove possono avere il maggiore impatto e ottenere risultati rapidi.

Progresso nell’intelligenza artificiale e sfide residue

Mario Draghi ha anche parlato dei progressi che l’Europa sta facendo nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). Ha rivelato che sono in fase di sviluppo progetti per la creazione di almeno cinque giga fabbriche di IA, ognuna delle quali avrà oltre 100.000 GPU avanzate. La capacità dei centri dati europei è destinata a triplicare nei prossimi sette anni, e una riforma significativa nel settore delle telecomunicazioni è attesa entro la fine dell’anno. Draghi ha citato l’investimento di Asml in Mistral come un segnale positivo per l’ecosistema dell’IA in Europa. Inoltre, ha evidenziato che le aziende europee stanno adottando tecnologie avanzate a un ritmo simile a quello delle loro controparti statunitensi, nonostante partano da una base inferiore.

Tuttavia, il divario tra Europa, Stati Uniti e Cina rimane evidente. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno lanciato 40 grandi modelli di base di IA, la Cina 15 e l’Europa solo 3. Tra le piccole e medie imprese, l’adozione dell’IA è ancora bassa, con percentuali comprese tra il 13 e il 21%. Draghi ha sottolineato che nel settore strategico dell’IA basata sulla proprietà intellettuale europea, i progressi sono minimi, evidenziando la necessità di un impegno maggiore per rafforzare le industrie europee.

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