Morte di Ramy, il giudice afferma: “Inseguimento legale è necessario”

Veronica Robinson

Settembre 16, 2025

Il giudice ha descritto come “legale e doveroso” il lungo inseguimento dei carabinieri che ha portato alla tragica morte di Ramy Elgaml. L’incidente è avvenuto la notte del 24 novembre 2024 a Milano, quando Fares Bouzidi, un giovane di 22 anni, ha deciso di fuggire a tutta velocità a bordo di un Tmax dopo essere stato fermato dai militari. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, che ha condannato Bouzidi a una pena di 2 anni e 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale, si sottolinea come i carabinieri abbiano agito nel rispetto del loro dovere istituzionale.

L’inseguimento e la pericolosità della condotta

L’inseguimento ha messo in evidenza la pericolosità della condotta di Bouzidi, che non solo ha messo a rischio la propria vita, ma anche quella del suo passeggero, dei cittadini e degli stessi carabinieri. Secondo il giudice, l’azione di accelerare e tentare di scappare ha attivato l’obbligo per le forze dell’ordine di inseguirlo, poiché potevano ipotizzare che la fuga fosse motivata da un reato più grave. Questo episodio rappresenta un ulteriore elemento per comprendere la complessità della situazione e le conseguenze delle scelte fatte quella notte.

Riflessioni sulla responsabilità e il ruolo delle forze dell’ordine

La sentenza non solo stabilisce la responsabilità di Bouzidi, ma invita anche a riflettere sulle dynamiche di fuga e inseguimento che possono avere esiti fatali. La decisione del giudice di considerare legittima l’azione dei carabinieri sottolinea l’importanza del loro ruolo nel mantenimento dell’ordine pubblico e nella salvaguardia della sicurezza dei cittadini.

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