I carabinieri della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito un decreto di fermo nei confronti di undici cittadini colombiani, accusati di vari reati tra cui associazione per delinquere, induzione e sfruttamento della prostituzione, e traffico di sostanze stupefacenti. Le operazioni sono state condotte tra aprile e agosto 2025 e coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo.
Indagini e scoperta dell’organizzazione criminale
Le indagini, portate avanti dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro, hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale formata esclusivamente da cittadini colombiani. Questi individui, ognuno con un ruolo specifico, avevano sviluppato un efficace sistema di reclutamento di giovani connazionali, che venivano trasferite in Italia con la promessa di facili guadagni. Una volta arrivate, le donne venivano costrette a prostituirsi, con l’obbligo di ripagare i costi sostenuti dall’organizzazione per il viaggio, il vitto e l’alloggio in case-dormitorio situate nel quadrante est della capitale. L’organizzazione non solo le riforniva di stupefacenti da vendere ai clienti, ma traeva anche profitto dalle loro attività di meretricio.
Struttura organizzativa e modalità operative
La struttura dell’organizzazione si è rivelata complessa, con un leader noto come Don Carlos, affiancato dalla moglie e dalla cognata, definite le ‘matrone’ del gruppo. Queste figure gestivano una rete di autisti, accompagnatori e protettori, operanti sotto una centrale operativa attiva 24 ore su 24. Questa centrale si occupava di tutte le fasi dell’attività di prostituzione, dalla prenotazione degli appuntamenti all’accompagnamento delle ragazze in hotel, ville e appartamenti, anche al di fuori della regione. Le giovani donne, come accertato dai carabinieri, ricevevano anche cocaina e ‘tusi’, una variante di cocaina, da vendere ai clienti durante gli incontri.
Controllo e gestione delle attività illecite
Ogni prestazione sessuale era documentata e riportata al leader, il quale riceveva i pagamenti tramite bonifici. Le donne, istruite a tal proposito, non potevano lasciare l’abitazione del cliente fino a quando la centrale operativa non confermava l’avvenuta transazione. In caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, le ragazze erano istruite a ingerire immediatamente la cocaina, nota come ‘Fiesta’, e a non rivelare il loro vero indirizzo o il motivo della loro presenza in Italia. Questa strategia mirava a ostacolare le indagini e a proteggere l’organizzazione, nota come ‘La Central’. L’organizzazione garantiva anche assistenza legale in caso di arresto di autisti o ragazze coinvolte nella prostituzione, gestendo meticolosamente turni lavorativi e di riposo.
Arresti e sequestri durante l’operazione
Nel corso delle indagini, tre persone sono state arrestate in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre altre cinque sono state denunciate. Sono stati sequestrati complessivamente 12 grammi di marijuana, cocaina e cocaina rosa, oltre a 500 euro in contante. Durante l’esecuzione del decreto del pubblico ministero, sono stati confiscati 19 grammi di cocaina, 20 grammi di cocaina rosa, 112 grammi di marijuana, 4,5 grammi di MDMA, sette bilancini e strumenti per il confezionamento, insieme a 19.670 euro, 2.659 dollari e 30 sterline. Le perquisizioni hanno portato alla luce una decina di giovani cittadine colombiane e materiali utilizzati per l’esercizio della prostituzione.
I fermati sono stati trasferiti presso le case circondariali di Roma Regina Coeli e Rebibbia. La moglie di Don Carlos, rintracciata dai carabinieri di Torre del Greco, è stata arrestata nel comune in provincia di Napoli, insieme a tre ragazze. I giudici di Roma, Tivoli e Torre Annunziata hanno emesso ordinanze di custodia cautelare in carcere per tutti gli arrestati, eccetto una donna madre di un bambino, che è stata collocata agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.