Studente si suicida, genitori in lacrime: “Avevamo avvisato”

Veronica Robinson

Settembre 16, 2025

Le segnalazioni di disagio da parte dei genitori di Paolo, il ragazzo di 15 anni di Latina che si è tolto la vita a causa di atti di bullismo, non hanno trovato ascolto. Le richieste di aiuto, espresse attraverso denunce, email e segnalazioni rivolte sia alla scuola che alle autorità competenti, sono rimaste senza risposta. Paolo, descritto come un giovane sensibile, ha subito derisioni e prese in giro per il suo aspetto fisico, un tormento che i suoi genitori non hanno mai preso sottogamba.

La ricerca di aiuto della famiglia

La famiglia ha cercato di proteggere il figlio cambiando due scuole e incontrando insegnanti e dirigenti, ma ogni tentativo si è rivelato vano. La preside del Liceo Pacinotti di Fondi, dove Paolo avrebbe dovuto iniziare il nuovo anno scolastico, ha smentito l’arrivo di segnalazioni riguardanti episodi di bullismo. Questo ha creato un contrasto tra la versione della famiglia e quella della scuola, un conflitto che potrebbe essere chiarito dall’intervento degli ispettori inviati dal Ministero dell’Istruzione.

Interrogativi sulla gestione del bullismo

L’episodio ha sollevato interrogativi sulla gestione del bullismo nelle scuole e sull’efficacia delle misure di prevenzione adottate. La mancanza di comunicazione tra genitori e istituzioni scolastiche ha evidenziato lacune significative nel sistema di supporto agli studenti vulnerabili. La situazione di Paolo non è un caso isolato, ma rappresenta una realtà che molte famiglie affrontano quotidianamente, con la speranza che le autorità prendano seriamente in considerazione le segnalazioni di disagio e attuino strategie efficaci per combattere il bullismo.

Il dibattito sulla risposta delle scuole

La tragedia di Paolo, che si è consumata nel 2025, ha riacceso il dibattito su come le scuole e le istituzioni possono migliorare la loro risposta a queste situazioni critiche, affinché eventi simili non si ripetano in futuro.

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