Mercoledì 17 settembre 2025, durante il programma “È Sempre Cartabianca”, sono state mostrate immagini inquietanti dell’attuale situazione nella Striscia di Gaza, dove l’invasione israeliana ha portato a una grave crisi umanitaria. La trasmissione ha incluso un collegamento in diretta con una dottoressa volontaria, che ha condiviso la sua esperienza dall’ospedale Nasser, un luogo di grande sofferenza e difficoltà.
Testimonianza dalla Striscia di Gaza
La dottoressa ha descritto la drammatica realtà che si vive all’interno dell’ospedale, evidenziando la presenza di un ospedale da campo in costruzione e la devastazione degli edifici circostanti, molti dei quali sono privi di finestre. “C’è un ospedale tenda sotto di me e in lontananza stanno costruendo una specie di ospedale da campo con cinque reparti”, ha dichiarato, mentre mostrava le condizioni critiche del suo ambiente di lavoro.
L’affollamento dell’ospedale è un problema costante, non solo per il numero elevato di pazienti, ma anche per la grande quantità di familiari che si trovano lì. La dottoressa ha sottolineato che l’ospedale rappresenta “l’unica traccia di civiltà” nella zona, essendo l’unico luogo con accesso a elettricità, internet e acqua potabile. Ha descritto la situazione come un “inferno in terra”, dove le persone hanno perso tutto, e ha evidenziato che l’età media dei pazienti è molto bassa, con pochi adulti sopra i 35 anni.
Condizioni sanitarie critiche
La dottoressa ha messo in evidenza che la difficoltà di recupero per i pazienti è aggravata da un alto tasso di infezione dovuto alla scarsa igiene. Ha descritto la situazione come una “catastrofe interamente provocata dall’uomo”, esprimendo la sua frustrazione per l’inefficienza della comunità internazionale nel risolvere la crisi. “È difficile accettare che tutto questo stia accadendo”, ha concluso, lasciando trasparire il suo profondo senso di impotenza di fronte a una crisi umanitaria di tali proporzioni.
Necessità di intervento umanitario
Le parole della dottoressa hanno messo in luce la necessità di una risposta urgente e coordinata per affrontare la situazione in Gaza, dove la vita quotidiana è segnata da un conflitto che sembra non avere fine. La testimonianza ha suscitato un forte impatto emotivo, portando alla ribalta le reali conseguenze del conflitto e l’importanza di un intervento umanitario per alleviare le sofferenze della popolazione colpita.