La moglie di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya, ha lanciato accuse dirette contro il Cremlino, evidenziando presunti crimini commessi nei confronti del noto oppositore di Vladimir Putin. Navalny, scomparso nel febbraio 2024 in una colonia penale artica, stava scontando una pena di 19 anni. Yulia ha affermato con fermezza: “È stato ucciso con il veleno”.
Accuse e rivelazioni di Yulia
In un video postato sui social media, Yulia ha rivelato che alcuni campioni biologici di suo marito sono stati prelevati clandestinamente e inviati all’estero prima della sua sepoltura. Secondo le sue dichiarazioni, due laboratori indipendenti situati in paesi diversi hanno confermato che Navalny è stato avvelenato. Sebbene non abbia specificato la sostanza utilizzata, ha esortato i laboratori a rendere pubblici i loro risultati per garantire la trasparenza del caso.
Il passato di Navalny e il suo avvelenamento
Alexei Navalny aveva già vissuto un episodio di avvelenamento nel 2020, un evento che lo aveva reso un simbolo della lotta contro la corruzione in Russia. Dopo questo avvelenamento, Navalny era stato arrestato al suo ritorno in Russia e sottoposto a un processo che, secondo numerosi osservatori internazionali, era caratterizzato da accuse pretestuose e motivate politicamente.
Reazioni delle autorità russe
Nel corso degli anni, Navalny ha costantemente denunciato la corruzione dell’élite russa e ha criticato fermamente l’invasione dell’Ucraina. Le autorità russe, tuttavia, sostengono che la sua morte sia avvenuta in modo inaspettato durante una passeggiata. Il Cremlino ha categoricamente respinto le accuse di omicidio, mantenendo una posizione di difesa rispetto alle affermazioni di Yulia Navalnaya e alle circostanze che hanno circondato la morte del suo marito.