A partire dal 1° gennaio 2026, la Legge 104 subisce un’importante modifica che prevede l’introduzione di ulteriori 10 ore annue di permesso retribuito. Questa nuova disposizione si aggiunge a quanto già stabilito dalla legislazione esistente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, ed è destinata a coprire visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche, nonché cure mediche frequenti. La modifica fa parte di un pacchetto di norme che riguardano la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti, apportando un significativo miglioramento per i lavoratori con disabilità .
Per poter usufruire di questi benefici, è fondamentale ottenere il riconoscimento della disabilità . Tale riconoscimento avviene attraverso l’attribuzione di una percentuale di invalidità civile superiore al 33%. Solo al di sopra di questa soglia si possono ottenere vantaggi. La valutazione del grado di invalidità si basa sulle tabelle stabilite dal Decreto Ministeriale del 5 febbraio 1992, che definiscono i criteri per misurare la riduzione della capacità lavorativa. La gravità della disabilità viene quindi riconosciuta in base alle patologie che comportano una significativa diminuzione della capacità lavorativa.
Ore di permesso retribuito
Le nuove 10 ore di permesso retribuito sono destinate a tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che privato, che soddisfano specifiche condizioni. È necessaria una prescrizione medica per accedere a questo beneficio. I lavoratori affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce, così come quelli con malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportano un grado di invalidità pari o superiore al 74%, possono richiedere queste ore aggiuntive. Inoltre, i dipendenti che hanno un figlio minorenne affetto da malattie oncologiche o invalidanti, in fase attiva o in follow-up precoce, hanno diritto agli stessi permessi.
Congedo per malattia
Il congedo per malattia può essere richiesto fino a un massimo di due anni e può essere sia continuativo che frazionato. Sebbene consenta di mantenere il posto di lavoro, non prevede il pagamento dello stipendio e non permette di svolgere altre attività professionali. Al termine del periodo di assenza, il lavoratore ha diritto a un accesso prioritario allo smartworking. Secondo le informazioni disponibili sui portali specializzati in diritto del lavoro, questo congedo è utile per garantire la conservazione del posto di lavoro al termine del “periodo di comporto”. Quest’ultimo varia da 3 a 6 mesi nel settore privato, salvo disposizioni più favorevoli dei contratti collettivi nazionali, mentre nel settore pubblico può arrivare fino a 18 mesi in un triennio, in base alla contrattazione collettiva.
Per richiedere il congedo, è sufficiente presentare il certificato elettronico di malattia rilasciato dal medico di medicina generale o da uno specialista operante in una struttura pubblica o privata convenzionata.
Diritti dei lavoratori autonomi
Per i lavoratori autonomi, la normativa stabilisce che l’esecuzione della prestazione lavorativa per il committente può essere sospesa per un periodo massimo di 300 giorni all’anno. In caso di malattia, gravidanza o infortunio, la legge prevede una sospensione della prestazione lavorativa per un massimo di 150 giorni, senza diritto al compenso, previa richiesta da parte del lavoratore. Queste disposizioni mirano a garantire una maggiore protezione per i lavoratori autonomi in situazioni di difficoltà , assicurando loro un supporto durante i periodi di bisogno.