Accompagnati da un incessante bombardamento, i carri armati israeliani hanno fatto il loro ingresso a Gaza City il 12 gennaio 2025, conquistando il 40% delle rovine della città. La situazione è drammatica: oltre cento morti e un numero crescente di sfollati, con gli ospedali che versano in condizioni disperate, testimoniando una realtà in cui il sangue dei bambini macchia i pavimenti. Le dichiarazioni di condanna del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e dell’alta rappresentante dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, non sono bastate a fermare la violenza.
Bombardamenti e distruzione a Gaza City
La città di Gaza è sotto una pioggia di fuoco, i bombardamenti a tappeto hanno ridotto interi quartieri a cumuli di macerie. Con l’avanzata dei tank israeliani, il numero delle vittime continua a crescere, raggiungendo cifre a due cifre ogni ora. Secondo le stime dell’esercito israeliano, oltre 300.000 persone hanno già abbandonato le loro case. Le immagini provenienti dal centro di Gaza City mostrano famiglie accampate davanti agli ospedali, prive di risorse e bloccate, mentre più di un milione di palestinesi, secondo le dichiarazioni di Hamas, si trovano in una situazione di isolamento. Le cosiddette “zone umanitarie” create più a sud sono sovraffollate, prive di elettricità, acqua e cibo, creando un quadro di emergenza umanitaria senza precedenti.
Accuse di genocidio e reazioni internazionali
Per la prima volta, una commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite ha accusato Israele di genocidio, un’affermazione che ha suscitato reazioni immediate. Il governo israeliano ha respinto le accuse, definendo l’inchiesta “falsa” e sostenendo che è stata condotta da individui con tendenze antisemite. La tensione cresce tra le diverse parti in causa, con molti palestinesi che esprimono la loro frustrazione. Fadel, un sfollato proveniente da Jabalia, ha dichiarato: “Arrivano tardi a capire che è un genocidio, qui i massacri avvengono ogni giorno”.
Mohammed, un altro sfollato, ha espresso la sua incredulità, sostenendo che il mondo adotta un doppio standard nei confronti della violenza contro i palestinesi, che perdura da anni. La comunità internazionale è chiamata a rispondere a questa crisi umanitaria, mentre le violenze continuano a mietere vittime tra la popolazione civile.