Malattie croniche intestinali: un vademecum per clinici e pazienti sull’aderenza terapeutica

Veronica Robinson

Settembre 17, 2025

La questione dell’aderenza terapeutica nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) ha assunto un’importanza cruciale nel 2025. Nonostante l’introduzione di trattamenti innovativi, un numero significativo di pazienti continua a riscontrare difficoltà nel seguire le prescrizioni terapeutiche in modo corretto e costante. Questa situazione porta a un aumento del rischio di riacutizzazioni fino a cinque volte, con ripercussioni negative sia sulla qualità della vita dei pazienti sia sulla sostenibilità del sistema sanitario. Per affrontare questa sfida, è stato redatto un consensus paper intitolato “Therapeutic adherence in inflammatory bowel disease: user guide from a multidisciplinary modified Delphi consensus”. Questo documento, risultato di una collaborazione tra esperti del settore, è destinato a clinici e pazienti ed è stato coordinato da Ferring Italia.

Presentazione del documento a Milano

Il 12 marzo 2025, a Milano, è stato presentato il documento che rappresenta il frutto di un intenso lavoro collaborativo. Hanno partecipato esperti tra cui gastroenterologi, psicologi e rappresentanti dell’associazione di pazienti Amici Onlus. Il testo include 12 statement validati, fornendo raccomandazioni operative per migliorare l’aderenza terapeutica e promuovere un approccio clinico più personalizzato nella gestione delle MICI. Il confronto tra gli esperti è avvenuto mediante il metodo Delphi modificato, coinvolgendo 33 gastroenterologi italiani e membri del board scientifico. L’obiettivo era quello di analizzare le barriere all’aderenza e identificare i profili di pazienti a rischio. Un aspetto fondamentale è stato il coinvolgimento diretto dei pazienti, attraverso una survey condotta da Amici Onlus tra febbraio e giugno 2024, che ha raccolto oltre 800 risposte. I risultati hanno messo in evidenza che fattori come l’età avanzata e la mancanza di supporto sociale sono determinanti per la non aderenza.

Le sfide dell’aderenza terapeutica

Salvo Leone, direttore generale di Amici Italia, ha messo in luce come dietro ogni terapia ci siano storie personali e sfide quotidiane. Molti pazienti evidenziano la complessità di seguire un trattamento, specialmente in situazioni di solitudine o quando si affrontano più patologie contemporaneamente. La questione dell’aderenza va oltre l’aspetto clinico, toccando dimensioni profondamente umane. Aderire a un trattamento significa avere fiducia in un futuro migliore e sentirsi accompagnati nel percorso di cura. È essenziale costruire percorsi che mettano il paziente al centro, ascoltandone le esigenze e valorizzando le risorse disponibili.

Statistiche sull’aderenza e le conseguenze

Secondo i dati raccolti dal panel, tra il 30% e il 60% dei pazienti non seguono correttamente le indicazioni terapeutiche, con un rischio di riacutizzazione che aumenta fino a cinque volte. Alessandro Armuzzi, responsabile dell’Unità operativa per le MICI presso l’Irccs Istituto clinico Humanitas di Milano, ha sottolineato che la scarsa aderenza terapeutica è un problema spesso trascurato, ma con conseguenze cliniche e sociali significative. Questo fenomeno è strettamente legato alla progressione della malattia e a un peggioramento della qualità della vita. Le evidenze raccolte indicano l’importanza di un approccio centrato sul paziente, che consideri le sue reali esigenze al fine di migliorare l’aderenza e l’efficacia del trattamento.

Raccomandazioni per la pratica clinica

Uno degli aspetti principali del consensus riguarda le raccomandazioni per la pratica clinica quotidiana. I 12 punti del documento offrono indicazioni concrete per identificare i pazienti a rischio di non aderenza e migliorare la comunicazione tra medico e paziente. Si pone particolare enfasi sulla semplificazione dei regimi terapeutici, riconosciuta come una leva fondamentale per migliorare l’aderenza. Il 75% dei pazienti preferisce la somministrazione orale, mentre il 22% ritiene che una riduzione del numero di somministrazioni renderebbe più facile seguire la terapia. Ridurre dosi e frequenza potrebbe aumentare l’aderenza dal 20% al 40% dei pazienti, specialmente in caso di politerapie o comorbidità.

Il ruolo della comunicazione e del supporto psicologico

La comunicazione tra medico e paziente emerge come un elemento cruciale per migliorare l’aderenza. Il consensus evidenzia che il supporto psicologico può incrementare l’aderenza fino al 30% e ridurre le riacutizzazioni del 40%. Una comunicazione chiara e personalizzata favorisce la comprensione delle indicazioni mediche e rafforza la fiducia nel percorso terapeutico. Accanto alla semplificazione delle cure, è fondamentale prestare attenzione a fattori legati allo stile di vita e fornire supporto motivazionale.

Impegno di Ferring Italia

Il progetto nasce dalla volontà di Ferring di contribuire attivamente al miglioramento dell’aderenza terapeutica nelle MICI. Tommaso Salanitri, direttore medico di Ferring Italia, ha dichiarato che l’aderenza rappresenta una delle sfide principali nella gestione delle patologie croniche. L’azienda è impegnata nel settore gastroenterologico e crede nell’importanza di unire specialisti, pazienti e ricercatori per creare una guida utile nella pratica clinica quotidiana. Questo lavoro rappresenta un passo avanti verso un modello di cura più centrato sul paziente e più efficace per i clinici, garantendo che le terapie possano esprimere tutto il loro potenziale a beneficio dei pazienti.

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