Simonetta La Marra, madre di un ragazzo di 15 anni residente a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, racconta la tragica vicenda che ha portato suo figlio a togliersi la vita nella sua cameretta, impiccandosi alla vigilia del ritorno a scuola. “Mio figlio era una preda. Ogni volta che subiva un episodio di bullismo, i professori non intervenivano, ma urlavano come se fosse lui a sbagliare”, afferma la donna, evidenziando la mancanza di sostegno da parte del corpo docente. A suo avviso, il ragazzo, descritto come maturo e con un lessico educato, ha affrontato un vero e proprio calvario che ha avuto inizio già dalla quinta elementare.
Il primo episodio di bullismo
Durante il periodo della quinta elementare, un compagno di classe si era avvicinato a lui impugnando un cacciavite di plastica e gridando minacce. I genitori, preoccupati per la sicurezza del figlio, si sono recati dai carabinieri per sporgere denuncia. Nonostante gli sforzi, tra cui telefonate e raccomandate inviate al Provveditorato, la situazione non è migliorata, come affermano i genitori. In seconda media, il giovane ha lasciato Santi Cosma e Damiano per completare il ciclo scolastico nel vicino comune di Castelforte, dove, purtroppo, ha continuato a subire atti di bullismo.
Il dramma e la reazione della famiglia
Negli ultimi tempi, il ragazzo manifestava sempre più la sua inquietudine, dicendo alla madre: “È finita la libertà , devo tornare a scuola”. Simonetta La Marra cercava di consolarlo, ma ora si domanda se avesse potuto fare qualcosa di diverso. “Se avessi saputo che andava a finire così, non l’avrei mai mandato a scuola”, confida la donna. La situazione ha preso una piega tragica, portando la Procura di Cassino ad aprire un fascicolo contro ignoti per il reato di istigazione e aiuto al suicidio. Gli inquirenti hanno sequestrato diversi cellulari e computer, nella speranza di trovare prove che possano chiarire le dinamiche che hanno portato al gesto estremo del ragazzo. Il fratello del giovane ha sottolineato che esistono decine di chat e molte discussioni in gruppi scolastici che testimoniano il clima di violenza e intimidazione che il ragazzo ha dovuto affrontare.