Omicidio di Ilaria Sula: la madre di Samson accusata di favoreggiamento rischia due anni

Veronica Robinson

Settembre 18, 2025

L’inchiesta sull’omicidio di Ilaria Sula, avvenuto il 26 marzo 2025 a Roma, ha rivelato dettagli inquietanti riguardo al coinvolgimento della madre del presunto assassino. Secondo le indagini, Nors Manlapaz avrebbe ripulito la stanza del delitto, rimuovendo il sangue con stracci e detergenti, dimostrando una freddezza allarmante. Il figlio, Mark Samson, è accusato di aver ucciso la giovane di 22 anni, e la madre non avrebbe mai denunciato le sue azioni.

La Procura ha messo in luce il ruolo attivo di Nors Manlapaz nel tentativo di cancellare ogni prova della violenza, nonostante la sua fedina penale fosse immacolata. Il pubblico ministero Maria Perna ha quindi deciso di non concedere le attenuanti generiche, proponendo una pena di due anni di reclusione in seguito alla richiesta di patteggiamento, tenendo conto dello sconto previsto per questo tipo di procedura legale.

Le accuse e il patteggiamento

La situazione legale di Nors Manlapaz sarà esaminata dal giudice in un’udienza programmata per il 10 novembre 2025. Se il patteggiamento verrà accolto, la donna potrebbe ottenere la sospensione condizionale della pena. Tuttavia, le accuse contro di lei sono gravi, in quanto risponde di concorso nell’occultamento di cadavere, aggravato dall’intenzione di nascondere un reato di maggiore entità.

La situazione di suo figlio, Mark Samson, è ben diversa. Il suo processo inizierà il 12 novembre 2025 e le accuse a suo carico comprendono l’omicidio volontario, con aggravanti di premeditazione, futili motivi, legame sentimentale e occultamento di cadavere.

Premeditazione e messaggi inquietanti

La premeditazione del delitto è emersa chiaramente dai messaggi inviati da Mark nelle settimane precedenti l’omicidio. Frasi come “Se non torna con me, la uccido” rivelano un ragazzo in preda alla gelosia e all’ossessione. Il 26 marzo, all’interno della loro abitazione in via Homs, nel quartiere Africano di Roma, Mark avrebbe aggredito Ilaria, infliggendole tre coltellate al collo con un coltello da cucina.

Le comunicazioni analizzate dagli investigatori mostrano un giovane incapace di accettare la fine della relazione, con una crescente gelosia verso le nuove frequentazioni di Ilaria. Un messaggio affettuoso ricevuto da un altro ragazzo la mattina del delitto avrebbe rappresentato il fattore scatenante per l’azione omicida.

Dopo l’omicidio, secondo la narrazione degli inquirenti, Mark ha mostrato un comportamento inquietante e controllato. Avrebbe sistemato il corpo della giovane in un trolley e lo avrebbe trasportato fino a un dirupo nei pressi di Capranica Prenestina, dove lo ha abbandonato.

Le riprese della dashcam installata sul veicolo di Mark hanno confermato che il giovane era solo durante il tragitto. Il giudice per le indagini preliminari, Antonella Minunni, ha descritto il comportamento di Mark come “lucido e controllato”, evidenziando come, nonostante la sua apparente disperazione per la vittima, sia riuscito a riprendere rapidamente la sua vita, arrivando persino a cenare con un’amica di Ilaria la sera stessa del crimine.

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