Il fenomeno del bullismo si manifesta con particolare intensità all’interno di un contesto di gruppo, dove il bullo trova terreno fertile per le proprie azioni. Secondo esperti del settore, il bullo presenta fragilità personali, ma ciò che alimenta la sua condotta è l’assenza di reazione da parte di chi lo circonda. In molti casi, la minimizzazione del comportamento da parte degli adulti contribuisce a sostenere la sua prepotenza. In una società che tende a premiare la forza e il potere, il silenzio diventa complice del bullo. Chi decide di rompere questo silenzio ha la capacità di indebolire la figura del prepotente. Non esprimere contrarietà equivale a rafforzare il bullo, creando un clima di indifferenza che può prevalere anche in ambito scolastico, non per una scelta consapevole, ma per una mancanza di esperienza da parte dei giovani. Qui entra in gioco il ruolo degli adulti, che devono essere consapevoli e attivi nel contrastare queste dinamiche.
Il ruolo attivo della scuola
La scuola si pone, quindi, come un attore centrale nella lotta contro il bullismo. Gli insegnanti, attraverso percorsi formativi specifici, diventano promotori della salute e del benessere tra gli studenti, seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. È fondamentale comprendere che la scuola non è solo un luogo di apprendimento accademico, ma un ambiente in cui si sviluppano relazioni sociali e affettive. Le dinamiche di bullismo spesso si intrecciano con la competitività e le prestazioni scolastiche, rendendo necessario un approccio educativo che favorisca l’inclusione e la solidarietà tra i ragazzi.
Spazio giovani nei consultori
Un’iniziativa importante è rappresentata dallo Spazio Giovani all’interno dei consultori, dedicato ai ragazzi tra i 14 e i 21 anni. Come spiegato dall’assistente sanitario Gesuino Serra, questo spazio offre un accesso libero per affrontare tematiche cruciali come la sessualità, l’affettività e la salute, supportato da un team di esperti tra cui ginecologi, ostetriche e psicologi. La legge sul consenso permette ai minori di accedere ai servizi senza necessità di autorizzazione parentale, favorendo un dialogo aperto e diretto. Questo approccio consente di rispondere a domande inizialmente legate a questioni fisiche e biologiche, per poi estendere il supporto a tematiche più ampie. Inoltre, per il supporto psicologico di natura terapeutica, è richiesto il consenso dei genitori, incoraggiando così un dialogo costruttivo tra famiglie e giovani.
Un’iniziativa interessante è il cineforum intitolato “Genitori e adolescenti, imperfetti e sconosciuti”, che avrà luogo da ottobre a marzo nel Municipio 3 di Milano. Questo progetto prevede incontri e dibattiti, accompagnati dalla visione gratuita di film, con l’obiettivo di migliorare la comunicazione e il rapporto tra genitori e figli, affrontando le sfide dell’adolescenza in modo collaborativo e aperto.