Il 15 gennaio 2025, a Milano, la tragica scoperta del corpo di Maurizio Rebuzzini, un noto fotografo di 74 anni, ha scosso la comunità. Il figlio, Filippo, preoccupato per l’assenza di risposte al telefono, si è recato presso lo studio del padre, situato in via Zuretti, nei pressi della Stazione Centrale. L’orario dell’intervento è stato fissato alle 18:42. Una volta entrato, ha trovato la porta aperta e ha tentato di praticare un massaggio cardiaco al genitore, assistito da un vicino. Tuttavia, all’arrivo dei soccorsi, non c’era più nulla da fare: il trasporto in ospedale si è rivelato inutile e il fotografo è deceduto poco dopo. Le forze dell’ordine hanno notato segni sul corpo che potrebbero indicare un possibile strangolamento.
Il racconto del figlio Filippo
Filippo ha raccontato la sua esperienza a “Repubblica”, spiegando la motivazione che lo ha spinto a recarsi nello studio del padre. Dopo l’apertura di un fascicolo d’indagine per omicidio, gli investigatori, sotto la direzione della pm Maria Cristina Ria, stanno cercando di confermare quanto dichiarato dal figlio. In questo contesto, il cellulare di Filippo è stato sequestrato per analizzare i tabulati telefonici e stabilire se ha cercato di contattare il padre prima della tragedia.
Non credo che qualcuno gli volesse male
Il legame tra padre e figlio era forte, e Filippo ha sottolineato che lavoravano insieme. Nel 2019, era emersa una lite violenta tra i due, ma non vi sono state conseguenze legali. Il figlio ha dichiarato che nello studio non mancava nulla e che tutto era in ordine. Sull’ipotesi di un omicidio, ha affermato: “Mio padre era una persona buona, gli volevano tutti bene, non era uno che litigava”. Ha descritto il padre come un uomo dedito alla fotografia, una passione che ha sempre perseguito con grande etica e professionalità.
Lo studio pieno di libri e di macchine fotografiche
Il ritratto di Maurizio Rebuzzini, fornito da chi lo conosceva, è di un uomo piacevole e colto. I clienti del bar che frequentava lo ricordano come un interlocutore gradevole, sempre con il suo sigaro in mano. Lo studio al piano terra del palazzo era un luogo ricco di cultura, pieno di migliaia di libri, riviste e macchine fotografiche, un vero e proprio rifugio per un artista.
Mistero da chiarire
Le indagini proseguono, e gli inquirenti hanno già ascoltato anche l’ex moglie di Rebuzzini. Attualmente, stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, che potrebbero fornire indizi su chi è entrato e uscito dall’edificio, dove sono in corso lavori di ristrutturazione. Mercoledì, un residente ha segnalato nella chat del condominio di aver udito delle grida, ma queste potrebbero essere collegate a un altro episodio. Rimane avvolto nel mistero il decesso di questo 74enne, con indizi che sembrano orientarsi verso un’ipotesi di omicidio da chiarire.